di Luca Marcolivio

Si riaccende il dibattito politico intorno all’utero in affitto e, come sempre, Silvana De Mari parla senza peli sulla lingua. Raggiunta telefonicamente da Pro Vita & Famiglia, la dottoressa e scrittrice ha messo innanzitutto in luce le devastanti conseguenze fisiche e psicologiche per le madri e i figli “surrogati”, ovvero coloro che, in questo dibattito, sono stati completamente emarginati.

Dottoressa De Mari, il dibattito sull’utero in affitto è tornato sulla cresta dell’onda. La sua opinione in merito?

«Si tratta di una delle più atroci forme di disumanizzazione mai esistita dalla notte dei tempi. Io, comunque, preferisco parlare di “gravidanza per altri”, perché il termine “utero in affitto” può rendere l’idea completamente sbagliata che solo l’utero è coinvolto. In realtà, ogni cellula del corpo della madre e ogni briciola della sua mente è coinvolta nella gravidanza, per cui la gestante può sviluppare il diabete, può soffrire di gambe varicose, vedere aumentare di mezzo numero il piede per le scarpe. La donna ha un corpo fatto in maniera tale da ospitare un’altra creatura umana nelle sue viscere, proprio perché ha una mente plasmata all’accoglienza di questa creatura».

Chi è che ricorre principalmente a questa procedura?

«La maggior parte sono coppie etero, quindi vediamo una donna che ruba una gravidanza e i dolori del parto a un’altra donna. Il punto fondamentale che non viene mai sottolineato è che una gravidanza per altri è enormemente più rischiosa per la salute rispetto a una gravidanza normale. Inoltre, è sconvolgente che vi abbia fatto ricorso un politico [Nichi Vendola, ndr] il cui partito si chiamava “Sinistra, Ecologia e Libertà”: l’ecologia è una cosa meravigliosa ma dovrebbe valere anche per il corpo femminile, già devastato dalla pillola anticoncezionale, dalla pillola del giorno dopo, dei 5 giorni dopo ma soprattutto dai bombardamenti ormonali che sono necessari per la “donazione di ovuli” (che in realtà è una vendita di ovuli). C’è un bellissimo documentario, Exploitation, che parla di donne morte di infarto, di ictus, che si sono ritrovate infertili, che hanno subito un emoperitoneo, una sindrome di iperstimolazione ovarica; qualcuna è addirittura morta per tromboembolia acuta e disseminata. La medicina dovrebbe curare i malati ma, in questo caso, fa ammalare i sani. Le donne che portano la gravidanza devono subire un bombardamento ormonale che squilibra il loro corpo e che, secondo molti, trasmette il rischio di cancro alla mammella e al colon, di aborto, gravidanza extrauterina e parto prematuro; dal punto di vista statistico, aumenta anche il rischio di cancro nei bambini che nascono con questa metodica. Come qualsiasi pediatra che ha in cura questi bambini può testimoniare, spesso si pone una sorta di muro tra madre e bambino, anche perché lo sperma è quello del marito, quindi la madre, in un certo senso, è come se tenesse in braccio il figlio del marito ma non il suo. Non tutti riescono a superare questa situazione…».

Ha accennato alle coppie eterosessuali ma il dibattito nasce soprattutto intorno alle coppie omosessuali che vi fanno ricorso…

«Si tratta di una minoranza di gay molto ricchi. L’omosessualità è una forma di trasgressione, quindi alla maggior parte degli omosessuali non importa nulla né di sposarsi, né di fare figli. Quando avviene, però, abbiamo lo sfruttamento di due donne: quella che dona l’ovulo e quella che porta la gravidanza. Nessuno della coppia omossessuale maschile può ospitare una creatura umana nelle proprie viscere, non hanno nemmeno la mente adatta a questo. Inoltre, i bambini, quando sono stanchi, tristi o hanno voglia di coccole, vanno a rifugiarsi nel letto di mamma e papà. In quel caso vanno a cacciarsi in un lettone in cui entrambi gli adulti hanno il pene e nessuno dei due ha le mammelle: in altre parole, in queste situazioni, statisticamente aumenta il rischio di abuso sessuale, eppure nessuno ne parla. Il bambino si trova con due individui che non sono in grado di amare il corpo femminile, quindi, tutta l’idea che avrà della sessualità sarà stravolta: ciò è una cosa gravissima. Il bambino con due mamme, invece, si ritrova con due persone incapaci di amare il corpo maschile ed infertili anche dal punto di vista psicologico. L’amore che loro danno non è un amore genitoriale. L’aggettivo genitoriale deriva dalla capacità di generare: chi non ha la capacità di generare, può dare altri tipi di affetto (anche un insegnante o un amico possono dare affetto), ma nell’amore genitoriale deve esserci anche il piacere che il papà e la mamma hanno provato nell’unirsi, la complicità, la gioia e il bambino deve essere capace di sentirsi unito a loro nella gioia e nell’allegria. Ciò non succede nello stupro e con i bambini nati tramite gestazione per altri. Io trovo questa cosa scandalosa, tanto più che è vietata».

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Eppure, vi sono molte coppie che hanno concepito artificialmente un figlio all’estero e che lo hanno portato in Italia senza problemi…

«Dato che in Italia è vietato, per quale motivo nessuno ha arrestato né Vendola, né Lojudice? Per quale motivo questi bambini non vengono sequestrati appena arrivano in Italia? Il primo bene del bambino è la verità, la menzogna è sempre un disastro per i bambini, lo può testimoniare qualsiasi psichiatra o psicologo. Dire a un bambino che è nato da due uomini o da due donne è una menzogna. La verità è, invece, che quel bambino è stato venduto e comprato. Inoltre, un bambino che cresce con il padre e con un altro uomo, cresce con due persone che si scambiano pratiche erotiche che hanno ad oggetto il tubo digerente, quindi qualcosa di molto antigienico. Le statistiche dicono che il 20% dei bambini cresciuti in questa maniera è stato colpito da una malattia sessualmente trasmissibile, prima di diventare maggiorenne. Queste coppie “omogenitoriali” sono tragicamente disfunzionali. È ridicolo chiamarle coppie “arcobaleno”, in realtà sono coppie ottusamente monocolore, composte da persone assolutamente incapaci di affrontare la diversità. Una donna dal comportamento lesbico non è capace di affrontare un corpo maschile diverso dal suo, né è capace di affrontare il corpo del figlio, se è maschio. Stesso discorso per un padre omosessuale di fronte a una figlia femmina».

Cosa ne pensa della piega che sta prendendo il dibattito politico intorno all’argomento?

«Tutto questo è ignobile ma quello che è più ignobile sono le frasi di Zan. Inoltre, trovo nauseanti le parole di Vendola quando commenta il fisico delle donne che hanno donato l’ovulo: “Dovreste vedere i suoi occhioni”. Come è possibile che costui non abbia un picchetto di donne alla sua porta? Giù le mani dai nostri bambini, giù le mani dalle donne! I bambini non si vendono e non si comprano!».

Fonte: Provita e famiglia

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