di Luigi Cortese

Chiuse le indagini sulle cooperative che fanno capo ai familiari dell’On. Soumahoro, gli investigatori contestano che i soldi dei migranti gestiti dalle cooperative che fanno capo alla moglie ed alla suocera dell’Onorevole sono stati spesi per shopping di lusso.

Ricordiamo bene la famosa frase dell’On. Soumahoro per difendere la moglie quando si era appellato al “Dietro alla Moda”. Frase già infelice senza dover per forza cercare illeciti, ma oggi la Procura di Latina ha chiuso le indagini con il conseguente invio degli avvisi di garanzia a tutti i membri della famiglia dell’On. Soumahoro, Liliene Murekatete, il fratello Michel Rukundo, la madre Marie Therese Mukamitsindo e l’altro figlio – anche lui fondatore della Karibù – Richard Mutangana. A ricevere l’avviso anche i due legali rappresentanti di quelle società satellite alla Karibu.

Dalla piena disfatta si è salvato solo Aboubakar Soumahoro, che ora mantiene il più stretto silenzio sulla questione.

Dagli atti della Procura sembrerebbe emergere che i fondi destinati alla Karibu, venivano usati per fare acquisti nelle boutique di alta moda, invece che destinati alla gestione dei migranti e per l’accoglienza. Ricordiamo che proprio le battaglie per l’accoglienza sono valse la conquista della poltrona da deputato ad Aboubakar Soumahoro.

La Procura di Latina avrebbe disposto anche il blocco dei beni per circa 650mila euro, buona parte dei quali a carico della suocera di Soumahoro, Mukamitsindo, premiata qualche anno fa da Laura Boldrini.

Di questa vicenda ci siamo occupati dal primo momento: l’On. Soumahoro aveva abbandonato il gruppo politico con il quale era stato eletto ma non ci ha pensato neanche una volta di dimettersi da parlamentare. Nei mesi scorsi si sono moltiplicate le segnalazioni di altri illeciti, ma questo non sembra aver turbato il sonno di Aboubakar, che, ricordiamo, si presentò in parlamento con gli stivali sporchi di fango alla fine risultati essere di un bracciante e non suoi.

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