di Gloria Callarelli

“Non possono più negare che vi sono effetti collaterali, non possono più nascondere tutto”: con queste parole Rossella Burzi, Referente del Comitato Medico/Scientifico dell’associazione Edward Jenner, presenta il lavoro e i risultati ottenuti nella battaglia portata avanti dall’ente cui fa parte.

E nei giorni scorsi, infatti, è arrivato un primo risultato di importanza epocale: uno dei primissimi indennizzi per effetti avversi da vaccinazione Covid. La commissione medica militare di La Spezia ha decretato ufficialmente l’indennizzo mensile ad vitam per la paziente, accettando anche in toto il nesso causale.

“Oggi – spiega la dottoressa Burzi – abbiamo ottenuto una vittoria importante: un caso di indennizzo, forse il primo in Italia, per una invalidità riconosciuta del 20%, per una pericardite post vaccino antiCovid19. Punteggio alto per una pericardite. La persona in questione, aveva avuto, sempre come effetto avverso, anche un IMA, che poi è evoluto in una Policitemia Vera (malattia mieloproliferativa ad esito infausto). Non l’hanno riconosciuta, non perché là malattia non ci fosse, ma perché , secondo loro , la bibliografia da noi presentata non era abbastanza. E’ chiaro che la bibliografia in questione è pochissima: gli studi si stanno ancora effettuando ma, a parte questo, molti di questi sono finanziati dalle case farmaceutiche per cui evidentemente di parte. Auspichiamo una ricerca libera, trasparente.”

L’associazione, che tra l’altro insieme ad altre è riuscita a inserire i danni da vaccino anti COVID 19 tra gli ‘indennizzi danni da vaccino’, è nata a Bologna ma si è presto sviluppata in tutta Italia. Quasi tutte le regioni hanno aperto le pratiche e le hanno accolte: “Tranne l’Emilia Romagna, alla quale – ci anticipa – pensiamo di fare causa”.

Piccoli grandi successi ma molto c’è ancora da fare anche perchè i dati raccolti dall’associazione in questi anni sono impietosi: “Dal 2021, subito dopo i primi vaccini, – spiega la dottoressa – abbiamo avuto segnalazioni di Polineuropatie Periferiche, persone incapaci di camminare, persone che hanno avuto ripercussioni sulla sfera sessuale. Abbiamo riscontrato che chi ha preso più dosi ha subito danni al sistema nervoso centrale. Sclerosi multipla, infarti, malattie rarissime del sangue, pericarditi, tumori esplosi improvvisamente. Per non parlare di chi ha perso la vita. Quello che stiamo facendo con l’associazione è cercare di aiutare queste persone che non hanno voce e che hanno bisogno di supporto legale, burocratico, medico, psicologico a 360 gradi. Per essere precisi: le nostre relazioni medico legali sono precedute anche da relazioni di psicologia forense o di diritto sanitario”.

Un lavoro sfiancante ma volto alla verità: “Aspettiamo altri risultati così importanti, abbiamo accompagnato altri pazienti a visita. Noi li accompagniamo sempre con un dispendio energetico non indifferente: non possiamo farli andare da soli, sono troppo fragili. Facciamo tutto questo come volontari: quello che vogliamo ottenere con i nostri sforzi è solo giustizia per queste persone cui è stata distrutta la vita“.

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