di Luigi Cortese

Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la cittadina vaticana scomparsa nel lontano 1983, dopo essere stato ascoltato in vaticano per ben 8 ore dalla Prefettura della Casa pontificia, dove avrebbe consegnato ben quattro fogli di una chat in cui alcuni alti prelati parlerebbero del caso della sorella, ed anche della documentazione relativa alla presunta permanenza di Emanuela a Londra, che, secondo il legale della famiglia Orlandi l’Avvocato Sgrò, andrebbe “analizzata per capire se attendibile”, ha rilasciato delle dichiarazioni, alla trasmissione DiMartedì su La7, che hanno sollevato non poche indignazioni. Pietro Orlandi ha attaccato il pontefice Santo Giovanni Paolo II, con queste parole: “Mi dicono che Wojtyla ogni tanto la sera usciva con due monsignori polacchi e non andava certo a benedire le case…“.

Il nuovo Promotore di Giustizia del Vaticano, il giurista Alessandro Diddi, ha raccolto questa documentazione insieme alla richiesta ufficiale da parte della famiglia Orlandi di chiamare, in qualità di testi, il Cardinale Re, il Cardinale Leonardo Sandri, il Cardinale Stanislaw Dziwisz, che è stato il segretario storico di Papà Giovanni Paolo II, Monsignor Georg Gaenswein, segretario di Papà Benedetto XVI e l’ex comandante della Gendarmeria Domenico Giani.

Cosa si cela dietro questo attacco deliberato verso uno dei più amati pontefici dei giorni nostri?

La redazione di La7 ha diffuso un audio dove Marcello Neroni, uomo di fiducia di Renatino De Pedis boss della Banda della Magliana, attacca deliberatamente la figura del Santo Pontefice e in generale la pedofilia all’interno delle mura vaticane. Le dichiarazioni di punta sono: “Papa Giovanni Paolo II se le portava in Vaticano quelle, era una situazione insostenibile. E così il segretario di Stato a un certo punto è intervenuto decidendo di toglierle di mezzo. E si è rivolto a persone dell’ambiente carcerario”. Le parole di Neroni furono pubblicate, a fine 2022, dal blog Notte Criminale curato da Il Riformista, dopo un’intervista fatta dal giornalista Alessandro Ambrosini.

Ma come mai queste parole vengono prese in considerazioni oggi? Chi si cela dietro questo attacco al cuore della Chiesa? Quello che fa pensare inoltre è il ritorno in auge della questione londinese, questione liquidata qualche anno fa come “falsa”. Invece oggi la famiglia Orlandi, pur non credendo alla sua veridicità, la porta in Vaticano dal nuovo Promotore di Giustizia.

L’attacco al Pontefice Santo non parte certamente da adesso, ma dobbiamo tornare a pochissimi giorni prima della sua beatificazione, quando uscì nelle librerie il libro di Ferruccio Pinotti, scritto con Giacomo Galeazzi noto vaticanista de la Stampa, che tra le varie ricostruzioni sui fondi dello IOR per finanziare Solidarnosc, sui rapporti di Karol Wojtyla con l’Opus Dei e Comunione e Liberazione si parla anche del suo silenzio sulla pedofilia in vaticano. In un intervista Pinotti asserì: “Non ultimo il silenzio nei confronti del problema della pedofilia: i più atroci atti di pedofilia sono stati commessi durante il pontificato di Papa Giovanni Paolo II, è credibile pensare che proprio il pontefice e proprio quel pontefice non ne sapesse nulla?”. Pinotti in quell’intervista disse chiaramente che il libro serviva per evitare la beatificazione di Giovanni Paolo II.
Oggi si usa la memoria di Emanuela Orlandi per gettare discredito sul Papa Santo, e sulla Chiesa, un attacco che sembra venire da sistemi internazionali che provano a riportare in auge la “pista di Londra”. Londra un luogo centrale di molti ambigui segreti, tra cui la morte di Calvi, il cosiddetto “banchiere di Dio”, che, caso strano, viene richiamato nel libro di Pinotti.

L’unica voce fuori dal coro è ancora una volta Alì Agca, l’attentatore di Papa Giovanni Paolo II, che a LaPresse ha dichiarato: “Non esiste nessun omicidio e nessuno stupro. La giustizia vaticana e la giustizia italiana non devono disturbare nessuno con infamanti accuse di stupro e pedofilia e omicidio sul caso di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori perché non esiste nessun omicidio e nessuno stupro contro Emanuela e Mirella. La prima telefonata sul rapimento di Emanuela era arrivata al governo Vaticano proprio nella serata del 22 giugno 1983 per chiedere la mia liberazione in cambio della liberazione di Emanuela allora perché questo fu nascosto per tanto tempo?”. Agca ha anche parlato del Sisde e di un “documento segreto pubblicato che descriveva il regista dei comunicati prodotti per il caso Emanuela Orlandi”, ed infine ha parlato delle dichiarazioni del giudice Ilario Martella che affermava come “la polizia italiana non controllava i rapitori di Emanuela e al contrario i rapitori di Emanuela controllavano la polizia italiana”. Agca ha concluso le sue dichiarazioni chiedendo al Pontefice Papa Francesco di mettere fine a questo tentativo di discredito della figura di Giovanni Paolo II, e di far liberare Emanuele e Mirella, che secondo lui sono ancora vive.

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