di Gloria Callarelli

Ci sono delle date, per l’agenda 2030. Il cui nome è già un programma: hanno l’ossessione dei numeri. E in effetti anche in tempo di Covid ce ne eravamo accorti. Numeri spesso diabolici, comunque scadenze su scadenze.

E scopriamo sul sito dell’Unione Europea che il vertice SDG 2023 sarà convocato il 18-19 settembre 2023, durante la settimana di alto livello dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Si legge: “I capi di Stato e di governo si riuniranno presso la sede delle Nazioni Unite a New York per seguire e rivedere l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) . Effettueranno una revisione completa dello stato degli SDG, risponderanno all’impatto di crisi multiple e interconnesse che il mondo deve affrontare e forniranno orientamenti politici di alto livello su azioni trasformative e accelerate che porteranno all’anno-obiettivo del 2030 per il raggiungimento dell’obiettivo SDG. Il vertice riunirà anche leader politici e di pensiero di governi, organizzazioni internazionali, settore privato, società civile, donne e giovani e altre parti interessate in una serie di incontri ad alto livello con i capi di Stato e di governo”.

Si legge ancora: “Il vertice sugli SDG del 2023 segna il punto centrale dell’attuazione dell’Agenda 2030. Il Forum politico di alto livello sullo sviluppo sostenibile (HLPF) nel luglio 2022 sotto gli auspici del Consiglio economico e sociale ha chiesto al vertice di ‘segnare l’inizio di una nuova fase di progressi accelerati verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile’ . Il Vertice SDG sarà presieduto dal Presidente dell’Assemblea Generale. L’esito del Vertice sarà una dichiarazione politica negoziata . Questo sarà il secondo vertice SDG – l’HLPF sotto gli auspici dell’Assemblea generale – dall’adozione dell’Agenda 2030 nel settembre 2015.

Manca ancora il programma ufficiale, ma nel report di introduzione all’evento si leggono tutte le “belle” parole di cui si riempie la bocca il gotha globalista: “Non lasciamo nessuno indietro” su tutte. Che è lo slogan principe della campagna mondialista. Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, parla di intraprendere un’azione “accelerata, sostenuta e trasformativa” per ridurre le “ineguaglianza”, la “povertà” e “guerra alla natura”. Tutti paroloni, naturalmente, per introdurre la trasformazione ecologico-digitale delle lobby massoniche al potere. Ovviamente il focus tra gli altri obiettivi “salvifici” è quello della vaccinazione su larga scala, per quanto riguarda malaria e TB. Ma l’assist è al futuro: la “pandemia ha mostrato la necessità di una “salute globale più forte” in termini di sistemi di sicurezza per prevenire future pandemie”, le stesse per intenderci del “profeta” Bill Gates. E poi cambiamento climatico, tecnologia digitale, appunto, l’elettrico, la contraccezione, investire nella pace (finanziando la guerra?), garantire la copertura universale dei sistemi di allerta precoce multi-rischio entro il 2027 e i collegamenti tra i dati globali per le emergenze sanitarie pubbliche e altri disastri etc etc. il microchip del futuro? E infine “garantire l’integrità della pubblica informazione” per “credere nella scienza”.

Chi non ha intenzione di diventare schiavo, si risvegli.

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