di Cris Baldelli
Molto spesso si dice che i giovani non abbiano voglia di fare nulla, tanto meno di impegnarsi nei contesti politici, sociali, economici ecc….una generazione perduta e abbandonata al fatalismo più totale e a quelle che sono le comodità capitaliste che oggi provocano il contesto culturale a cui stiamo assistendo: una gioventù annichilita da droghe e farmaci, che campa di monopattini, OnlyFans, social network, Netflix, nichilismo, LGBT e così via.
È molto facile, però, soffermarsi su questo fronte e generalizzare tutto e tutti in modo da “abbreviare” il dibattito pubblico introducendo sterili polemiche da bar. La domanda che sorge spontanea è: ma i giovani sono davvero tutti così? Spesso ci si è lamentati del fatto che nelle piazze d’Italia che hanno combattuto contro la dittatura sanitaria e tecnocratica, i grandi assenti fossero soprattutto loro… eppure non è stato sempre così. Pur essendo una minoranza, a Perugia è nata una piccola comunità giovanile che dopo l’esperienza degli Studenti contro il Green Pass ha deciso di ricominciare da capo e creare un progetto tutto nuovo.
Si legge su un comunicato:
‘Come ex gruppo “Studenti contro il green pass – Perugia“, dopo il distacco dal Coordinamento Nazionale e due mesi di lavoro e riflessioni, siamo felici di annunciare ufficialmente la nascita di “Officina 451“. Da tempo abbiamo sentito la necessità di ampliare gli orizzonti dei temi trattati e di definire per il nostro gruppo un’identità che non sia strettamente studentesca.
Il nome adottato, in omaggio al romanzo di Ray Bradbury “Fahrenheit 451”, richiama la volontà di diventare un’officina di idee, confronti, proposte e costruzione dal basso di quegli spazi di democrazia ormai sempre più ristretti. Un nostro obiettivo deve essere risvegliare le coscienze dal buio del vuoto antropologico, come vuole simboleggiare la fiaccola nel logo.’
Ma chi sono di preciso i ragazzi di Officina 451? C’è davvero la possibilità di un’alternativa politica a livello giovanile oppure no? Lo abbiamo chiesto ad una delle fondatrici del gruppo perugino, che ha accettato di farsi intervistare da noi.
- Innanzitutto volevo chiederti che cos’è Officina 451, perché e quando nasce, da chi nasce e soprattutto quali sono i suoi obbiettivi?
- Officina 451 nasce agli inizi del 2023, come evoluzione del gruppo perugino di Studenti contro il green pass. Il cambio di nome era una necessità che si avvertiva da svariati mesi e, visto il fatto che il movimento generale non organizzava più iniziative su scala nazionale e non si era avuto un ampliamento delle tematiche trattate, dopo la sospensione del certificato verde abbiamo sentito di dover prendere un’altra direzione.
- Come avete fatto a riattivarvi tutti insieme dopo l’esperienza contro il Green Pass?
- Il gruppo è più o meno lo stesso dagli inizi della lotta a fine estate 2021. Qualcuno che si era allontanato ha deciso di tornare a lavorare con noi quando ha visto che desideravamo prendere una direzione tutta nostra e continuare a lavorare sul territorio dando vita a nuovi progetti.
- Che cosa ha rappresentato il Green Pass per voi e cosa ha rappresentato quella battaglia?
- Si è trattato di una battaglia dura, che purtroppo abbiamo perso, in quanto non siamo riusciti ad avere l’impatto che avremmo dovuto. Ad oggi stiamo approfittando della sua assenza per imparare dai nostri errori e cercare di fare tesoro di quella che per molti è stata la prima, grande esperienza politica.
- Che ricordi avete di quell’esperienza e se avete subito qualche discriminazione?
- Sicuramente trovare persone che vivevano la nostra condizione e condividevano la nostra opinione è stato salvifico. Abbiamo trascorso mesi esclusi da ogni forma di vita sociale e senza avere molte possibilità di entrare in università. Pochi potevano permettersi un tampone, infatti, e ancor meno volevano piegarsi.
- L’episodio peggiore che ti ricordi da quando è iniziato tutto questo?
- Molti di noi si sono ritrovati a perdere amici e anche a discutere con membri della famiglia a causa del green pass. Nel gruppo hanno trovato una nuova comunità di persone con cui condividere la loro vita. Sicuramente il periodo peggiore è stata l’introduzione del “super green pass” e dell’obbligo vaccinale per gli ultracinquantenni. A Perugia, molti di noi sono fuorisede e senza automobile. Spostarsi in città senza auto e senza mezzi pubblici è estremamente difficile. Qualcuno ne ha fatto le spese.
- Conoscete persone che hanno subito discriminazione dentro e fuori dal lavoro o dall’università perché non avevano un QR code?
- Alcuni di noi si sono ritrovati personalmente discriminati, sia sul lavoro che in università. Qualcuno ha anche rinunciato agli studi o cambiato percorso didattico. Studenti di professioni sanitarie sono rimasti indietro con gli esami perché esclusi per oltre un anno dai tirocini. Lavoratori che facevano regolarmente il tampone si trovavano a discutere spesso sul luogo di lavoro.
- Officina 451 è un’organizzazione di destra, di sinistra oppure pensa che non abbiano più senso queste divisioni?
- Officina 451 ha una serie di principi politici e di convinzioni che ha scelto di osservare e su cui basa la sua attività. Il manifesto non è ancora pubblico poiché siamo molto concentrati sulle attività pratiche di questa primavera. Ad ogni modo, nel gruppo vi sono persone di ogni orientamento politico, sarebbe impossibile definirci di destra o di sinistra. Coloro che fanno parte del gruppo hanno capito che per la causa per cui lottiamo è inutile e divisivo porre simili barriere ideologiche.
- Quali dovrebbero essere i punti di forza di un movimento giovanile?
- I giovani hanno energia e creatività, sanno come porsi con la loro generazione e farsi ascoltare. Se possiedono le giuste risorse e gli spazi adatti, riescono a dar voce ai loro problemi in modo chiaro e comprensibile. Sempre parlando delle qualità che dovrebbe avere un movimento, è opportuno che i giovani non stiano a sprecare queste qualità perdendo tempo dietro a “phony battles”, battaglie fantoccio. Spesso i movimenti giovanili, universitari o meno, si fanno trascinare nell’ultima battaglia lanciata dal mainstream e la abbracciano come stessero comprando il paio di scarpe lanciato dalla moda del momento.
- Quali sono i problemi veri dei movimenti giovanili che fanno politica oggi?
- Sempre parlando delle qualità che dovrebbe avere un movimento, è opportuno che i giovani non stiano a sprecare queste qualità perdendo tempo dietro a “phony battles”, battaglie fantoccio. Spesso i movimenti giovanili, universitari o meno, si fanno trascinare nell’ultima battaglia lanciata dal mainstream e la abbracciano come stessero comprando il paio di scarpe lanciato dalla moda del momento.
- Quali sono le attività che Officina 451 organizzerà nel territorio nell’Università?
- Attualmente stiamo usando gli spazi universitari per assemblee e proiezioni. Per la fine di giugno, dovrebbe essere con noi in veste di relatore un esponente di un altro movimento giovanile, Fuori Perimetro. Stiamo cercando anche di organizzare seminari e conferenze, ma per avere un calendario completo ci vorrà un po’ di tempo. Non riceviamo finanziamenti di alcun tipo, per cui bisogna anche far quadrare i conti della cassa, contenente le poche offerte che riceviamo.
- Abbiamo visto molte prostese un po’ in tutta Europa, Francia in primis ma anche Germania, Inghilterra, Polonia ecc…ma allora perché in Italia si fatica a costruire qualcosa di simile?
- L’Italia è un Paese che spesso non ha un senso di unità nazionale. Molti cittadini pensano di essere da soli e pertanto si fatica a capire che in tanti sono dalla stessa parte.
- Secondo te perché la maggior parte delle persone che non hanno accettato la dittatura sanitaria oggi si oppongono alla guerra imperialista?
- È probabile che chi ha rifiutato gli obblighi sanitari abbia aperto gli occhi sulle politiche del mondo occidentale e sui diktat UE, che hanno tutti la stessa matrice: una società improntata al controllo del cittadino e alla perdita dei valori e dello stile di vita a noi noto in nome degli interessi economici di pochi. Forse vedono negli avversari dell’Occidente un’alternativa a questo destino, a prescindere dal fatto che tali avversari abbiano o meno ragione
- Cosa ne pensate del governo Meloni e che voto gli dareste?
- Dare un voto è difficile. Per certi versi si oppone ad alcune tematiche molto care al polo occidentale, come la questione gender o la maternità surrogata. Sulla politica estera, tuttavia, sembra non vi sia alcuna differenza col precedente governo. Il premier ha rimangiato ogni critica fatta verso gli USA e il governo ucraino che ha espresso negli anni all’opposizione, tanto per dire.
- Che invito vuoi faresti ai ragazzi per unirsi a Officina 451?
- Probabilmente che serve creare un dibattito e una fucina di idee in cui imparare di nuovo a essere giovani: a osare e opporsi sul serio a chi vuole decidere per noi.
FINALMENTE UN MOVIMENTO GIOVANILE SERIO. SPERO POSSIATE DIFFONDERVI E CRESCERE, E SOPRATTUTTO LOTTARE CONTRO IL TIPO DI CIVILTA’ CHE I POTERI FORTI VORREBBERO COSTRUIRE ED IMPORRE
Bellissima iniziativa ragazzi, ma sappiate una cosa, verrete attaccati in ogni modo dai poteri forti dalla lurida finanza capitalistica ed anche da molti partiti politici, non arrendetevi lottate con ogni mezzo, ve lo dice una persona che ha 65 anni, ma è stato sempre contro questo sistema.
Bravi ragazzi non vi arrendete combattete con ogni mezzo non vi fate scoraggiare dalle luride forze capitalistiche e lobbiste dei delinquenti americani e la loro finanza sionista che sicuramente interferirà nelle Vs. iniziative liberali, ma vedrete anche molte forze politiche nostrane sia di destra che di sinistra vi ostacoleranno per non pensare alle lobby militari nostrane e al ns. capitalismo dei poteri forti come le casate degli Elkann, combattete con forza e senza paura ve lo dice un nonnetto di 65 anni ma che non ha mai sopportato la Nato e l’Uro.