di Luigi Cortese
Continuano gli attacchi da parte di governi stranieri al governo italiano. Torna la Francia che con Stéphane Séjoiurné, leader del partito Renaissance, partito di riferimento di Emanuel Macron, dalle colonne de Le Figaro paragona Meloni a Marile Le Pen parlando di politica “ingiusta, disumana e inefficace” sui migranti. Poi passiamo alla Spagna da dove il Ministro del Lavoro, e vice premier, Yolanda Diaz, rispondendo ad un deputato di Vox, attacca le riforme del Governo italiano definendole “contro i lavoratori”.
Giorgia Meloni, mentre si trovava a Praga per incontrare il presidente ceco Petr Fiala, ha risposto a questi due attacchi dichiarando: “Usano altri governi per regolare fatti interni”. Ma la Premier sa benissimo di trovarsi in una situazione a dir poco preoccupante a livello elettorale in vista delle Europee del prossimo anno: le politiche messe in atto fino ad oggi sono lontane anni luce dalle promesse elettorali, in special modo sulla questione migranti.
Meloni deve cercare comunque le giuste parole per rispondere alle critiche che piovono dall’estero, perché proprio in questi mesi c’è in ballo l’accordo tra il gruppo europeo dei Riformisti, da lei guidato, ed i Popolari in vista proprio delle prossime elezioni. Quindi si trova in una condizione dove non può alzare la voce onde evitare che salti il banco dell’accordo.
Situazione sicuramente diversa per i suoi alleati della Lega, che sotto sotto sperano che salti l’accordo dei meloniani per poterne beneficiare loro in seno al parlamento europeo. Infatti la replica più dura è venuta proprio da Matteo Salvini che ha dichiarato: “Toni inaccettabili e offensivi, la Francia porti rispetto al governo italiano”.
Certamente nei prossimi mesi vedremo un aumento di attacchi da parte di Paesi esteri governati dalla sinistra, e questo proprio in vista delle Europee. Lo stesso Macron sta lavorando per costruire un accordo tra Popolari e Conservatori, quindi il bersaglio principale sarà proprio il Governo Meloni. E’ facile dunque percepire che la politica del governo italiano sarà condizionata pesantemente dalla campagna elettorale europea, e che quindi i sogni di un governo forte, nazionale e che faccia qualcosa di serio per fermare l’immigrazione irregolare ed aiutare il Made in Italy resterà un sogno per noi, ma potrà diventare l’incubo ricorrente di Meloni fino alle prossime elezioni.