di Taricco Mattia (Redazione Piemonte)
Due giorni fa si è svolto in piazza castello a Torino un importante flash mob organizzato dall’associazione Pro Vita e Famiglia.
Scenografico e di impatto il flash mob: un enorme bandierone recante al centro il simbolo dell’associazione Pro Vita è stato posizionato al centro della piazza dove sostavano alcuni attivisti mascherati, per l’occasione, con i volti dei sindaci che apertamente e pubblicamente hanno sostenuto (e sostengono) la pratica dell’utero in affitto. I ragazzi, muniti di maschera, spingevano carrelli pieni di soldi finti con bambole raffiguranti i bambini a cui era attaccato un codice a barre, per simboleggiare ciò che è nella realtà questa pratica: nient’altro che una compravendita. Solo che l’oggetto della transazione non sono prodotti qualunque: sono degli esseri umani. Bandiere e cartelloni recanti la frase ” i bambini non sono un prodotto #stoputeroinaffitto” completavano la scenografia.
Questa iniziativa nasce per rispondere ad alcune dichiarazioni molto gravi da parte di sindaci dell’area progressista, quali: Roberto Gualtieri (Roma), Beppe Sala (Milano), Gaetano Manfredi (Napoli), Stefano Lo Russo (Torino), Matteo Lepore (Bologna), Dario Nardella (Firenze) e Antonio Decaro (Bari).
Questi pretendono di fare del capriccio di una minoranza, molto influente ai piani alti come possiamo notare, un diritto; violando per altro quelli che sono i diritti naturali della donna, esponendola a forti rischi per la propria salute e rovinando la corretta formazione di un bambino. La pratica dell’utero in affitto, infatti, permette alle coppie (ricche) di pagare una donna povera (dai 50 ai 100 mila euro) per avere una gravidanza surrogata. Al momento della nascita il figlio viene subito strappato alla donna che ha messo a disposizione il suo grembo e affidato alla coppia di nuovi genitori. In alcuni cataloghi online si possono trovare prezzi maggiorati per poter scegliere addirittura il colore degli occhi, dei capelli o altri tratti somatici del bambino, una vera e propria barbarie. Spesso queste donne provengono da Paesi dell’Est o con un minore grado di sviluppo; tant’è vero che ad esempio in Ucraina, nonostante la guerra, questo business non smette di generare enormi profitti. Questa pratica non coinvolge solo coppie eterosessuali, e gameti anche esterni alla coppia, ma anche coppie omosessuali.
L’uomo non è più uomo ma è una merce, un prodotto alla pari di un paio di scarpe: i soldi possono tutto: anche permettere di violare gravemente i diritti umani.
È importante sensibilizzare i cittadini, che non prendano alla leggera certa propaganda e certe ideologie che ci vengono fatte ingurgitare a forza dal sistema. È importante che le dichiarazioni e le manifestazioni a cui assistiamo, come “La città per i diritti”, evento che si è svolto recentemente a Torino, vengano viste e valutate per ciò che realmente sono. È importante che la propaganda LGBT nelle scuole e nelle istituzioni allo stesso modo non venga presa alla leggera. Ciò che queste associazioni vogliono fare è sdoganare pratiche barbare come questa con la facciata politicamente corretta dei “diritti per tutti” celandosi dietro un finto buonismo di base.
I miei migliori auguri all’associazione Pro Vita e Famiglia, che da anni si batte per far sì che i normali diritti della famiglia naturale non vengano tritati da quella che sembra essere sempre di più una egemonia culturale, e a chi combatte per smascherare queste barbare pratiche. Chi crede in queste battaglie non resti a guardare e si attivi personalmente: se combattiamo insieme, la verità può vincere sulla menzogna.
felice di apprendere che Forza Nuova sia stata presente in questa importante manifestazione.
Purtroppo vedo nelle foto che non c’era nessuno a caldeggiare questa giusta e necessaria iniziativa ! Andate avanti ma ormai gli italiani hanno subito delle mutazioni “genetiche”al cervello e niente gli interessa !