di Simone D’Aurelio

E’ interessante constatare come oggi la democrazia è ritenuta in Europa l’unica forma di governo giusta e anche il solo modus operandi in grado di rispondere alle esigenze di ogni nazione. Questo filosofia politica assume da anni totipotenzialità inaspettate dato che i nostri politici contrappongono alla democrazia sempre e solo dei totalitarismi improbabili oggi gridando al terrore assoluto.

Ciò che ci viene detto dal mainstream, infatti, è che questo mondo politico è il migliore dei mondi possibili, e che non c’è altra forma di governo: o questa canzone o un regime fatto di morte e distruzione.

Quello che dobbiamo domandarci è: per davvero la democrazia è l’unica forma di governo in grado di rappresentare un popolo pacificamente? E’ l’unica possibilità per vivere nella prosperità? Partendo da questo punti, provochiamo: un re giusto non può essere migliore rispetto a migliaia di politici, ipocriti, che non ascoltano il popolo e che sono anche schiavi dell’oligarchia? Una democrazia che non rappresenta il popolo ma solo l’elitè è davvero migliore rispetto a una nobiltà che è in grado di ascoltare e guidare il suo gregge? Di fronte a questo conflitto di portata internazionale davvero questa democrazia a stelle e strisce sarà in grado di restaurare velocemente la pace? O ci porterà verso un’estensione della guerra? Perchè a questo punto, se rispondiamo in modo positivo alle ultime due domande, anche l’agognato “terrore” viene prodotto dalla “pacifica” democrazia arcobaleno.

Non dobbiamo dimenticarci in tutto questo che una buona teocrazia può risultare migliore di una pessima democrazia, così come la critarchia e la diarchia possono per davvero funzionare e incarnare lo spirito di un popolo fino a prova contraria e portare anche ad anni di prosperità.

La tesi di oggi del mainstream sulla democrazia come unico metodo valido è una petizione di principio, insignificante, che proviene dal mondo americano (gli “esportatori” di democrazia per eccellenza), che è frutto della propaganda e non di un sano ragionamento. Ci sono state monarchie e altre forme di governo che hanno portato fecondità ai vari popoli; quindi, su quali basi dobbiamo creare sempre improbabili paragoni con scenari tragici e tifoserie da stadio?

Eppure l’eterna caccia alle streghe ha trasformato i cacciatori in stregoni molto più furbi con i loro incantesimi, e se vogliamo andare a fondo dobbiamo chiederci in Italia chi è rappresentato degnamente da questa democrazia?

Tutti possono votare, con questo sistema, e questo è un dato di fatto, su cui il globalista ha ragione, ma nessuno oggi è soddisfatto e nessuno può dichiararsi felice. Infatti la democrazia dell’hamburger così come la viviamo oggi, non rappresenta i conservatori (o i sovranisti), che dopo la veloce disfatta del governo giallo-verde si ritrovano una Meloni anestetizzata e totalmente atlantista. Non è rappresentata però neanche l’ala progressista del Paese, che parte dalla rivoluzione francese per fermarsi al ‘68 e arrivare fino ai nostri giorni dove vediamo che non c’è mai una sufficiente liberalizzazione e ci sono sempre nuove chimere che quest’ala vuole raggiungere. L’escatologia arcobaleno ieri inseguiva l’abbandono del “Lei” oggi insegue gli “she/her”, gli asterischi e una presunta uguaglianza che deve distruggere tutte le differenze, che non si compie mai nei fatti, dove gli elettori non raggiungono mai l’obiettivo.

Se l’europeista non è mai adeguatamente rappresentato perché impegnato a liberalizzare tutto da oltre tre secoli, c’è un altro dato spaventoso in Italia: quello delle schede bianche, ovvero i non votantiNel regno dell’elogio della politica che coinvolge tutti i cittadini cresce l’antipolitica e la sfiducia dove circa il 40% degli Italiani non ha speranze verso nessun partito di sistema (parliamo di decine di milioni di persone).  Il continuo turn-over dei leader politici e di simboli è la risposta naturale al declino delle affermazioni dei benpensanti che vivono di petizioni di principio.

Guardando in conclusione anche le crescenti depressioni, il boom di terapeuti, e la costante degradazione dei rapporti famigliari, istituzionali e collettivi possiamo dire che i bisogni della popolazione nella superdemocrazia odierna non vengono neanche presi in considerazione, e la stessa economia (unico motore trainante di questa giostra) sta dando da decenni segni di totale invecchiamento. O si pensa a una rinnovata democrazia totalmente diversa da questa, o si cambia  registro e organizzazione: la verità nel reale, e in sintesi, si trova proprio nel punto inverso su cui batte il mainstream.

Quella di oggi, è la democrazia americana che fa votare tutti ma non ascolta, se non qualche oligarchia, mai nessuno.

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