di Gloria Callarelli

Riprendiamo il comunicato di Pro Vita e Famiglia che “smaschera” le scelte del comune di Verona sulle politiche Lgbt. Si sono già sollevate le proteste e molte associazioni e movimenti politici antisistema si stanno organizzando per ribadire il proprio “no” a scelte che mettono in difficoltà i bambini.

«Un manuale che spiega come “fecondare un ovulo senza rapporto sessuale” e senza “la presenza di un medico e che può essere eseguito a casa”. Una fecondazione fai-da-te per “Trans* con figl*” e per futuri genitori trans e loro alleati (immancabile, come sempre, l’asterisco o la schwa). E’ gravissimo e vergognoso che tutto questo venga promosso dal Comune di Verona, guidato dall’amministrazione di Damiano Tommasi. 

La fecondazione fatta in casa, senza controlli e interventi medici e che quindi non ricade nei dettami della Legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita, viola la legge che vieta la compravendita di gameti. Si possono avere figli con sconosciuti portatori di malattie e in ogni caso si nega al figlio il diritto a conoscere il padre. Evidentemente nessuno si è posto il problema che in gioco ci sono i diritti e la salute dei bambini, che non sono certo frutto di un atto d’amore. Inoltre, nessuno si è chiesto se questi “consigli” verranno poi messi in pratica da minori o da soggetti abusanti. Si tratta quindi di propaganda Lgbtqia+ che non tiene conto di possibili conseguenze devastanti. Il Comune ritiri immediatamente ogni tipo di sponsorizzazione, patrocinio e supporto all’evento e, anzi, condanni i contenuti del manuale». Così Francesca Romana Poleggi, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia Onlus.

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