di Niccolò Ruscelli

La nostra vita è solo un business? Siamo destinati ad essere meri schiavi di un sistema, finendo per perire soltanto per un guadagno del sistema stesso? Scriviamo queste parole, ci poniamo questi dubbi, per riflettere sul nostro futuro a partire dagli eventi di questi tre anni, per la salvaguardia del nostro popolo e per dare giustizia a ragazzi e ragazze come Camilla Canepa, la studentessa di 18 anni di Sestri Levante, morta nel giugno di due anni fa all’ ospedale San Martino di Genova dopo essere stata vaccinata con Astrazeneca a un open day. “Non aveva alcuna patologia pregressa e non aveva preso alcun farmaco”. La morte per trombosi “è ragionevolmente da riferirsi a un effetto avverso da somministrazione del vaccino anti Covid”. Lo scrivono il medico legale Luca Tajana e l’ematologo Franco Piovella nella relazione depositata in procura ai pm che indagano sul caso. La ragazza era sana, sottolineano, e il modulo di anamnesi è stato compilato correttamente, come la somministrazione del vaccino.

Perire per un guadagno del sistema, dicevamo. A fine dicembre del 2019, quando tutti si preparavano a festeggiare il Capodanno (naturalmente “in presenza”), i titoli di BioNTech valevano circa 30 euro, ora più di 105. Chi, quel giorno, avesse investito 10.000 euro nella società tedesca di biotecnologia, che è stata dietro al primo vaccino anti-Covid, ora ne avrebbe in tasca oltre 35.000 euro, con un rendimento dell’oltre 200%. Tra i produttori di vaccini è stato proprio il duo BioNTech-Pfizer a beneficiare maggiormente del post Covid. Perché sono stati i primi a uscire e perché il loro vaccino garantiva il 95% di “protezione”. Poi, a fine 2020-inizio 2021, il loro programma era purtroppo ben chiaro e delineato: Pfizer e Biontech si suddivideranno i profitti al 50%. Nel corso del 2021, inoltre, produrranno due miliardi di dosi e il prezzo per dose sarà intorno ai 20 dollari. Considerando che non tutte le dosi saranno vendute nello stesso anno e che alcune saranno commercializzate a prezzi più bassi, i produttori stimeranno ricavi più contenuti dei 40 miliardi di dollari che risulterebbero moltiplicando il prezzo per le dosi prodotte. BioNTech, che venderà il vaccino quasi esclusivamente in Germania e in Turchia, avrà ricavi pari a 3-5 miliardi di dollari. “Protezione”, “Sicurezza scientifica”, sono parole che ci hanno trasmesso con furore nel corso della pandemia. Ricordate?

Veniamo al triste dato di morti ed eventi avversi. Sono state 117.920 le segnalazioni di sospetto evento avverso post vaccinazione Covid inserite nella Rete nazionale di Farmacovigilanza – su un totale di 108.530.987 dosi di vaccino –
con un tasso di segnalazione di 109 segnalazioni ogni 100.000 dosi somministrate. Le segnalazioni riguardano soprattutto il siero Pfizer (68%), che è stato il più utilizzato, e solo in minor misura AstraZeneca (19,8%), a seguire Moderna (10,8%) e il vaccino Johnson&Johnson (1,4%). L’83,7% (in tutto 98.717) delle segnalazioni inserite è riferita a eventi non gravi, con un tasso di segnalazione pari a 91/100.000 dosi somministrate, e il 16,2% (19.055) a eventi avversi gravi, con un tasso di 17,6 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate, indipendentemente dal tipo di vaccino, dalla
dose e dal possibile ruolo causale della vaccinazione. Per tutti i vaccini gli eventi avversi più segnalati – rilevano da Aifa – sono stati febbre, stanchezza, cefalea, dolori muscolari/articolari, dolore in sede di iniezione, brividi e nausea. Gli eventi riportati sono perlopiù non gravi e già risolti al momento della segnalazione. Tra gli eventi rari gravi invece ci sono la paralisi del nervo facciale, le miocarditi e lo shock anafilattico. Il tasso di segnalazione registrato dopo la terza dose è di 21,7 segnalazioni ogni 100.000 somministrazioni, inferiore a quanto osservato per le dosi del ciclo primario. La sindrome di Guillain-Barré (GBS) è stata aggiunta alla lista degli effetti indesiderati del vaccino Janssen COVID-19. A tutti questi dati aggiungiamo, ovviamente, quelli non segnalati o non registrati per diverse ragioni. Al crescente elenco di morti improvvise in concomitanza con la somministrazione dei vaccini anti COVID, è giusto ricordare in particolare i giovani, come Camilla Canepa di cui accennavamo prima, e i giovanissimi che hanno perso la vita dopo aver ricevuto la dose di vaccino.

Lasciando da parte tutti questi dati, che non sono omissibili dai media, si parla ancora troppo poco di uno studio tedesco ufficiale che ha provato scientificamente come, attraverso le autopsie di persone vaccinate poco prima di morire, sembrerebbe che cinque decessi su dieci siano da ricondurre al vaccino, ritenuto anche responsabile di un
accumulo mai visto prima di linfociti in cuori, reni, fegati e milze dei cadaveri.

Ci hanno costretto a contaminare la nostra genetica con vili azioni di limitazione delle nostre libertà personali con il Green Pass. La pandemia era solo la prima fase di un processo che ci vuole rendere spogli del nostro essere, per diventare solo dei numeri, degli automi. Ma non hanno potuto e non possono controllare tutti: siamo esseri umani, non pedine di un business diabolico.

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