di Roberto Fiore
L’immagine di un giovane militante politico che effettua un volantinaggio sul tema della transizione ecologica, dopo il disastroso alluvione dei giorni scorsi, è l’immagine emblematica di un popolo che non sottostà alle gravi ed isteriche imposizioni del sistema internazionale e, sulla base della propria esperienza, del proprio istinto e della propria logica, cambia il corso delle cose affermando e imponendo a sua volta le verità di sempre: laddove gli Stati hanno affidato la giusta pratica della cura del territorio ai montanari, agli agricoltori e agli allevatori, in pratica al Popolo della Terra, hanno permesso un progresso secondo natura ma anche e soprattutto secondo il volere umano. Mentre quando lo Stato ha affidato ai burocrati e ai faziosi rappresentanti dell’ecologismo la cura delle cose, si ha il risultato drammatico al quale abbiamo assistito.
Un minimo di conoscenza della storia di altri Paesi ci fornisce un’esperienza positiva agli antipodi di quella emiliano-romagnola. Nei giorni scorsi, infatti, in Spagna si è verificato un medesimo problema atmosferico con tanto di forti alluvioni nella zona di Murcia e Algarve, zone meno ricche delle nostre, ma in cui il sistema ha retto. Perché? Perché la Spagna da ottant’anni a questa parte si è dotata di una rete di invasi poderosa, presente sul territorio capillarmente e invidiabile a tutti gli altri Stati europei.
Considerato che sul territorio non vi sono laghi, quello che fece lo Stato spagnolo nel periodo di Franco è sostituire quest’assenza con dighe e con un sistema di invasi capillarmente diffusi, che dava il giusto sbocco all’acqua, dando la possibilità agli abitanti dei paesini circostanti di usufruire della stessa acqua evitando periodi di siccità.
Il paradosso è proprio su questo punto: le nostre “ricche” regioni soccombono nel momento in cui arriva tantissima acqua invece di conservare la stessa e usarla per i momenti di siccità, che quest’ anno ci sono stati presentati come l’ultima ennesima emergenza. La Spagna, dunque, che ha un territorio e un clima più sfavorevoli del nostro, reagisce alle emergenze con maggior intelligenza ed organizzazione.
Va detto anche che noi non siamo solamente vittime degli ecologisti fanatici della transizione ecologica, ma anche di amministrazioni democristiane e comuniste che hanno permesso costruzioni a dismisura, non dando regole al mattone e indebolendo agricoltura, allevamento e attività della montagna.
Noi sosteniamo invece che, per ovviare a questo tipo di problemi, occorra ricreare una popolazione della montagna con forti incentivi (come accade in Svizzera) che le consenta di vigilare sul territorio, aprire attività, creare ricchezza in zone dove altrimenti dominerebbero povertà e incuria in un ambiente fuori controllo.
Sono tanti oramai gli scienziati e anche i sindaci che stanno reagendo con forza alle imposizioni da transizione ecologica che, badate bene, non sono solo espressione del Partito Democratico e dei progressisti, ma anche di partiti come Fratelli d’Italia. Ricordiamo che il ministro Lollobrigida a pochi giorni dal G7 disse che la priorità del Paese sarebbe stata proprio la transizione ecologica.
E il sistema che ubbidisce ai grandi poteri internazionali, a Gates, a Rotschild, può contare su una stampa e un sistema mediatico totalmente supino a queste ” filosofie” alimentando il processo di autodistruzione territoriale, sociale e culturale. Mentre attraverso la riorganizzazione del territorio, attraverso la propaganda di una nuova filosofia basata sui concetti di Nazione e Cristianità, la Natura viene certamente preservata, ma in funzione della comunità nazionale.
Articolo molto interessante.
Mi piacerebbe leggere più cose di Roberto Fiore.
Penso che, anche solo sulla base della sua esperienza di vita, abbia molto da contribuire.
Grazie,
L.