di Mattia Taricco
La deriva criminale cui stiamo assistendo in Italia sa tragicamente di qualcosa di già visto e che da tempo si è già radicato in altri Stati europei.
Per esempio nel Regno Unito e in Francia abbiamo le cosiddette “no go zone” ossia zone controllate “de facto” da immigrati, di prima e seconda generazione, in cui i cittadini non possono mettere piede, o meglio, lo possono fare ma a proprio rischio e pericolo. Fa abbastanza tristezza che nella terra della Magna Charta valga la legge del taglione in alcune zone, ma non divaghiamo.
Nella nostra Italia questi fenomeni sono ancora in stato embrionale, ma piano piano, soprattutto nelle metropoli, si stanno radicando. Parlando di Piemonte, stiamo purtroppo assistendo a fenomeni simili, ma tanti fanno ancora finta di non vedere. Langhe e Roero sono gioielli paesaggistici e di cultura, eccellenze gastronomiche, vini e tartufi attirano ogni anno una gran moltitudine di turisti e l’indotto è ancora abbastanza alto. La Ferrero, nonostante non sia più quella di una volta, spinge ancora parecchi soldi e mediamente si sta meglio che in altre zone; ma tutto questo è sufficiente? Dalle notizie che possiamo trovare sui giornali locali sembra che questo e lo scorso, siano stati anni particolarmente vivaci per quanto riguarda la cronaca nera.
Una enorme operazione dei carabinieri, denominata “Bad Boys”, ad esempio, ha recentemente scoperto un giro di spaccio di cocaina che si svolgeva indisturbato nei territori del Braidese dall’indotto di circa un milione e mezzo di euro. Alcuni dei personaggi coinvolti ci risultano ancora in circolazione e possiamo trovarli a frequentare tranquillamente i bar dei paesi e a ballare in discoteca. Parlando di discoteche sono già due le risse scoppiate per futili motivi in Alba negli ultimi mesi: l’ultima finita con un Daspo per cinque persone, mentre a Fossano c’è stata direttamente la coltellata. Anche le baby gang sono in aumento: notizie di bullismo ingiustificato contro ragazzini italiani e di tentati stupri si iniziano a sentire anche qui. Meno di un mese fa una ragazza di Cuneo, minorenne, è stata vittima di un tentativo di stupro avvenuto in pieno giorno alla fermata del bus da parte di un immigrato somalo. Furti in abitazioni e rapine, per non farci mancare nulla, sono altrettanto comuni. Il fattore grave però non sta solamente in queste casistiche in aumento, ma nel fatto che le amministrazioni locali fanno quasi completamente finta che il problema non esista; i giornali locali se ne parlano cercano di farlo solo in trafiletto e ci si nasconde dietro slogan come “Bra città da vivere”. Sappiamo che Bra è ormai da anni punto strategico per lo spaccio e lo smercio di cocaina nel Piemonte sud occidentale: veri e propri clan di stampo mafioso gestiscono il tutto e qualche infiltrazione la troviamo pure all’interno delle giunte comunali. Basta informarsi su alcuni comuni del territorio con intere giunte sciolte per mafia.
Che dire quindi? Ci aspettiamo di più, molto di più dalle nostre amministrazioni per evitare una deriva sempre peggiore che è e sarà scontata visto il fallimento sociale dell’ostinato processo di integrazione già emerso in altre realtà europee e Oltreoceano.
Purtroppo abbiamo una magistratura dominata dalla sinistra che addirittura parlavi reati culturalmente orientativamente quasi a voler giustificare. I comportamenti di chi disprezza la nostra cultura