di Luigi Cortese

Tre anni e mezzo, questo è il tempo che il processo per l’inchiesta Piramide, che vede coinvolto l’ex capo della massoneria Antonio Perelli, non parte. Il GUP Lidia Brutti 41 mesi fa firmò il rinvio a giudizio nei confronti di nove indagati, ma fino ad oggi non si è ancora celebrata alcuna udienza.

Tra gli indagati spiccano, oltre a Antonio Perelli, anche i dirigenti regionali Luca Orlandi e Linda Richieri. Secondo il PM Mario Formisano gli imputati avrebbero “gestito il servizio di Accreditamento della direzione Salute della Regione favorendo sistematicamente alcuni operatori sanitari accreditati o da accreditare ai danni di altri”.

Quello che deve dare l’allarme dev’essere l’appartenenza ad una loggia massonica per uno degli imputati, e come la giustizia sia ferma senza prendere decisioni in merito. Da quanto si apprende il prossimo 11 luglio dovrebbe esserci la prima udienza ma, visto che sono stati già persi i primi 3 anni e mezzo, facilmente questo processo non arriverà a conclusione per la sopraggiunta prescrizione. Che dietro a queste lungaggini burocratiche ci sia l’ombra della massoneria? Beh è lecito pensarlo visto che Perelli è stato un Gran maestro dell’Ordine e non posso credere che non abbia più alcun contatto con i suoi “fratelli”. Spero vivamente che il sistema giudiziario italiano mi smentisca.

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