di Mattia Taricco

Secondo una recente dichiarazione rilasciata della premier Giorgia Meloni, la stessa si diceva “soddisfatta” riguardo l’andamento dell’economia italiana.

A chiarire alcune situazioni ha provveduto l’ ISTAT secondo il quale per il quarto mese consecutivo l’economia italiana risulta in costante calo. Si parla dell’ 1.9% rispetto a Marzo. Ma è ancora più preoccupante l’indice complessivo che diminuisce, in termini tendenziali, del 7,2%. “Per trovare un calo superiore, nei dati corretti per il calendario, bisogna tornare – ricorda l’Istat – al luglio 2020, nella fase 2 dell’emergenza pandemica, quando la flessione era stata dell’8,3%.
Riteniamo che la premier abbia fatto queste dichiarazioni non osservando un reale aumento dell’economia italiana ma semplicemente paragonandola a quelle di Francia e Germania, effettivamente piazzate peggio di noi.

La Germania ha addirittura il proprio PIL in recessione, evidentemente il liberalismo sfrenato e l’euro non stanno salvando nemmeno lei, mentre noi assistiamo a un aumento del nostro PIL di addirittura un punto percentuale.
Ricordiamo che si parla del nulla, pure se il PIL crescesse del 2% annuo significherebbe comunque completa stagnazione per l’economia italiana. Inoltre se Francia e Germania recedono le nostre fabbriche chiudono, poiché gran parte della nostra produzione è destinata a questi due stati.

Forse Giorgia credeva di poter contare sul mercato interno, ma con i prezzi in costante aumento, che il suo governo si è ben guardato dal contrastare, ha avuto una illusione. In una recente ricerca della Fabi, la federazione autonoma bancari italiani, la variazione in negativo sui saldi dei conti correnti è stata di oltre 50 miliardi, il tutto dovuto all’aumento del costo del denaro di per sé e la folle impennata dei prezzi. Non ce la prendiamo con le illusioni di Giorgia, ma ci scagliamo fermamente contro lo spreco di soldi pubblici, in una situazione di crisi, per aiutare l’amico Zelensky. Intanto nei circoli del PD si attende ancora che qualcuno spieghi alla Schlein a cosa servono le industrie, ma attualmente sono sicuramente più presi dal mese dell’orgoglio LGBT: chissà se mai un domani proporranno delle divise arcobaleno per gli operai, in armocromia migliore rispetto alle attuali.

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