di Roberto Fiore

È importante capire Il profilo ideologico e politico di Silvio Berlusconi in quanto, aldilà del pragmatismo che lo contraddistinse, ebbe sempre riferimenti ideali e di fondo.

Berlusconi è stato un liberale di destra, il cui primo appuntamento con la politica fu nel 1975, quando si fece promotore della scissione del Movimento Sociale e della creazione di Democrazia Nazionale. Questo primo episodio è profetico perché anticipa ciò che avverrà nel 1994 con Alleanza Nazionale.

Quella prima operazione finì male, Democrazia Nazionale non ottiene nessun risultato ed il Movimento Sociale continua la sua ascesa, grazie anche al clima di guerra civile a bassa intensità di quel periodo: nessuno d’altronde poteva lasciare il partito, sarebbe stato infatti considerato un traditore.

Nel 94 i tempi sono differenti, la prospettiva di potere porta il Movimento Sociale a trasfigurarsi in Alleanza Nazionale, formazione di Destra che non ha più nulla a che fare con il fascismo.

Questa prima vicenda fa capire il personaggio, che, in linea con la P2, alla quale sembra sia stato associato per anni, vuole una destra democratica, presidenzialista e atlantista, che non abbia le spinte rivoluzionarie e sociali che animarono il fascismo.

Agli inizi degli anni 2000 sembra rappresentare un blocco a quella che Forza Nuova definì “la deriva zapaterista”; vince la battaglia sul crocifisso nelle scuole (grazie anche ad uno studio di giuristi russi) non permette le unioni civili, che sembravano dovessero entrare per acclamazione popolare ed impedisce il passaggio dello Ius Soli che in quel momento era spinto da Fini. Per questo anche Forza Nuova nel 2006 si allea a Berlusconi, ma fu un episodio e nulla più. Forza Nuova continua su posizioni antisistema comprendendo che la deriva zapaterista andava osteggiata in tutte le piazze d’ Italia.

Forza Italia è quindi costretta all’angolo dagli innumerevoli attacchi dei tribunali “rossi”, Berlusconi non trova di meglio che fare “leggi ad personam” per salvare sé stesso ed i suoi. Quella giustizia che costruiva teoremi a tutt’andare contro di lui, e certamente anche contro Forza Nuova, non raggiunge il risultato di chiudere le persone in cella, ma continua imperterrita a rappresentare un vero blocco di regime, in potere dei poteri che determina chi può governare e chi deve essere invece un paura ed in reietto; Il caso del 9 ottobre vede un’aggressione colossale  contro Forza Nuova:  Berlusconi, che avrebbe potuto levare la sua voce in nostra difesa, tace e si sottopone a Green Pass e vaccini in modo fanatico con possibile (lo dice Tajani negli ultimi giorni) nocumento alla sua salute.

Ma il difetto dell’uomo è quello forse di non capire che non è possibile la convivenza con quel regime che cerca di schiacciarlo. Berlusconi è uno che sa perfettamente quali sono le chiavi dell’Italia repubblicana e antifascista, sa perfettamente che ci sono cose che non si possono toccare; l’alleanza con l’America e con Israele, anche se lui personalmente, insieme a Craxi, sdogana agli inizi degli anni 90 Yasser Arafat. Sa perfettamente che sarebbe negli interessi italiani essere dalla parte del mondo arabo che produce petrolio indispensabile all’economia italiana, ma non ha il coraggio di tutelare, come avrebbe dovuto per accordo militare, Gheddafi nel momento in cui Sarkozy e l’Inghilterra decidono di attaccarlo.

Stessa cosa con la Russia, ben noto il rapporto speciale con Putin, ma nel momento in cui diviene obbligatorio lo scontro tra poteri internazionali ed il leader russo lui è costretto a tacere.

Dal punto di vista più dottrinale lui si è sentito sempre portatore di due principi, uno liberale ed uno cattolico; chi sa il significato delle parole sa che si tratta di due principi inconciliabili.

Il termine liberale legato al “liberismo capitalista” e a tutte le dottrine che, partendo da una destra liberale più conservatrice e “fabiana” che gioca di sponda con la sinistra liberale (Pannella di cui era amico) in realtà enuclea il principio generale che “l’uomo è padrone di sé stesso ed è libero di fare ciò che crede”. Cosa che contrasta con la formazione salesiana di Berlusconi che, in un periodo storico ben preciso, riceve le influenze del filosofo e uomo politico Don Gianni Baget Bozzo, che effettivamente incarna principi italianisti e cattolici ai quali Berlusconi stesso non sembrerebbe voler rinunciare.

Se nella prima Forza Italia, lo scontro tra un’anima più massonica e una  più cattolica è evidente, più tardi appare vincente l’anima massonica.

Rimane però il mistero del cuore di un Uomo che forse ha tentato qualcosa che per le sue debolezze e per i tempi duri era impossibile raggiungere.

Ricordo quando una volta disse “non ci rimane che stampare la nostra moneta…” ma quando qualcuno irato chiese cosa stesse dicendo, si affrettò a dire “scherzavo scherzavo”.

Per lui, come per tutti noi, vale il mistero delle ultime ore; il Dio manzoniano “che atterra e suscita che affanna e consola” si è certamente avvicinato a Silvio Berlusconi… e lì il Giudizio non è più affidato a uomini, o tribunali più o meno corrotti, ma è in mano di Dio.

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