di Luigi Cortese
Macron, Scholz e Duda: questi sono i protagonisti dell’incontro di Parigi noto come “Triangolo di Weimar”, una piattaforma nata nel 1991 per certificare la sinergia tra Berlino, Parigi e Varsavia, proprio mentre quest’ultima si stava sganciando da Mosca.
Questo vertice, per anni restato anonimo e sotto valutato, con l’inizio del conflitto Russia-Ucraina ha ritrovato vigore ed oggi i tre leader vogliono cavalcare l’ondata per porsi come ago della bilancia della diplomazia europea. Duda, Macron e Scholz, sentendosi dei veri e propri protagonisti della scena politica europea, discutono dell’Ucraina e del loro sostegno economico, politico e militare a Kiev.
Il discorso centrale del meeting è stato “il futuro dell’Ucraina”. Quello che è andato in scena all’Eliseo è anche un primo segnale di discussione su quello che accadrà una volta terminata la fase più acuta del conflitto. Su questi temi, le posizioni dei tre leader appaiono diverse e testimoniano anche quella differente proiezione geopolitica che possiedono i Paesi che rappresentano. Macron ha espresso l’auspicio che la controffensiva Ucraina “sia il più possibile vittoriosa per poter successivamente avviare una fase di negoziati in condizioni soddisfacenti”. Scholz, dal canto suo, confermando la nuova politica estera varata dal suo governo, ha ribadito che in questo momento l’obiettivo principale è sostenere l’Ucraina a difendersi dalla Russia e che questo sarà fatto “per tutto il tempo necessario”. Il presidente polacco Duda, invece, ha interpretato il ruolo che ha sempre avuto da quando i carri armati russi hanno fatto il loro ingresso in territorio ucraino: ovvero quello della tradizionale fermezza. Il leader di Varsavia ha però fatto anche un passo in avanti, soffermandosi sul fatto che, a suo dire, sarà fondamentale fornire a Kiev una road-map per entrare a far parte della Nato.
Questo è l’ennesimo atto scellerato di seguire la politica estera di Washington, che punta allo scontro con la Russia. L’ossessione dei paesi occidentali di entrare in guerra al fianco di Kiev sta diventando pericolosa per tutti i popoli europei. I leader, se così li possiamo chiamare, dovrebbero ascoltare la base del popolo che ad oggi sembra essere assolutamente contraria a seguire la politica di aiuto a Kiev contro la Russia.