di Luigi Cortese (foto Twitter)

La crisi Prigozhin ha messo in mostra quanto la politica estera italiana sia un flop totale. Nel giorno in cui i destini del fronte orientale erano in bilico, la politica estera italiana non è scesa in campo.

La mattinata di sabato 24 giugno ha visto un enorme flusso di scambi tra gli appartenenti alla Nato, in tutto questo l’Italia non ha avuto alcun ruolo, quasi del tutto ignorata. Giorgia Meloni si trovava a Vienna per un incontro con il cancelliere austriaco Karl Nehammer all’Europa Forum Wachau. Meloni con dichiarazioni di circostanza cerca di prendere tempo, fino ad arrivare alle 16, l’orario previsto del vertice con i ministri competenti e l’intelligence, da allora in poi silenzio. Nel frattempo Biden fa una call con chi reputa i suoi principali partner internazionali, e cioè Macron, Scholz e Sunak. Un vertice al quale l’Italia non viene invitata.

Quanto accaduto ci mostra come, nel corso di questi mesi di crisi internazionale, la posizione internazionale dell’Italia sia cambiata. Ricordiamo ancora i giorni successivi al 22 febbraio 2022, quando Washington ci considerava partner affidabili ed eravamo protagonisti con Mario Draghi di incontri e viaggi. Non che la cosa non mi dispiaccia, anzi, ma c’è da fare una considerazione seria: mentre Meloni e tutto il governo continuano a rincorrere Biden e gli altri leader internazionali, loro ci ignorano. Perché dunque continuare a tutti i costi ad entrare nelle loro grazie? Abbiamo la possibilità di sganciarci dal giogo americano e tornare ad essere un paese sovrano e libero, ma i nostri governanti ne avranno mai il coraggio?

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