di Gloria Callarelli

Battito cardiaco e sangue: l’annuncio della creazione da parte di un gruppo di scienziati britannici di “embrioni umani sintetici” con le staminali crea disorientamento e fa discutere.

L’invenzione riproduce un embrione umano, carne e sangue, ma occorre fare chiarezza rispetto alla solita propaganda transumana e senza Dio che già “vede” il futuro nelle mani esclusive dell’uomo sostituitosi all’Onnipotente. In un’intervista al nostro giornale, il Prof Paolo Bellavite, medico chirurgo, spiega che si tratta di un’invenzione tecnicamente banale: la tecnica è la stessa, infatti, che misero in atto con gli animali negli anni scorsi. In pratica senza bisogno di usare gli spermatozoi, questi ricercatori partono da cellule già fecondate precedentemente: le cosiddette cellule staminali sono cellule che possono diventare qualunque tessuto. L’embrione non proviene dallo sviluppo di un ovulo fecondato con uno spermatozoo, ma da cellule staminali ingegnerizzate. Dunque sono diploidi e sono cellule che tutti noi abbiamo nel corpo e da cui si possono ricavare i tessuti. Per esempio i trapianti di midollo si fanno con cellule staminali nel sangue.

Ma cosa sono effettivamente questi embrioni? Vi ricordate la pecora Dolly? Ebbene il principio è lo stesso: esistono cellule staminali che con fattori di crescita sono riusciti a mettere in coltura: se a queste si fornisce un certo tipo di nutrimento tendono a formare embrioni. Embrioni che però, come dice il professore, sarebbe più corretto definire “embrioidi”: anche qui scienziati e propaganda giocano sulle parole per avviare una nuova linea di studio che non sappiamo dove potrà portare. Di certo vogliono creare un essere umano in laboratorio: servirà a curare le malattie, dicono. Certo perchè dovranno farlo sembrare un progresso a favore dell’umanità. Altrimenti chi potrebbe ammettere tali nefandezze? Coltiveranno questi embrioni senza farli nascere, trasformeranno gli embrioidi in una banca.

Il Prof. Bellavite ha ragione: parlano già dell’invenzione come di un’opportunità, dicono per “capire l’impatto delle malattie genetiche e le cause degli aborti”. Ma siamo sicuri siano davvero questi gli scopi? In un’epoca in cui la neolingua rovescia realtà e suo significato, anche il significante deve adattarsi. E allora è impossibile non dubitare: parlano di etica ma sono i primi a non metterla in pratica. Hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non sentono. Secondo il professore quelle che fanno sono promesse biotecnologiche ma in fin dei conti menzogne: fanno credere alla gente che la scienza li salverà e darà loro l’immortalità. Ma non è così: la meraviglia dell’essere umano non si può riprodurre.

Uno sforzo inutile, una tensione scientista che è già destinata a fallire dunque. E non importa quanti macchinari o, è proprio il caso di dirlo, diavolerie elettroniche si inventeranno pur di tentare di emulare il Creatore. Perchè qualsiasi cosa pseudo copiata dal Creato sarà sempre imperfetta e non potrà resistere in natura: “Non è un processo pericoloso in sé  – rassicura Bellavite – . Non ci arriveranno. Anche la pecora Dolly morì subito dopo essere stata creata: sono esseri talmente imperfetti da non esserci possibilità per loro in futuro. Il fatto di sdoganarle è il vero pericolo di queste pratiche che però, è vero, non solo sono certamente eticamente riprovevoli – chiude – ma soprattutto, grazie a Dio, tecnicamente sempre imperfette”.

 

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