di Luigi Cortese

Michelle la giovane ragazza uccisa da un coetaneo non è solo la vittima innocente di un “pazzo”. Michelle è il risultato di una lenta e progressiva eliminazione degli ideali, la costruzione di una società consumistica che non conosce il valore ma solo il costo delle cose. Michelle non è la prima e non sarà l’ultima purtroppo, la storia di Primavalle è legata a filo doppio a Macerata. Si Macerata dove la povera Pamela Mastropietro trovò la morte come la piccola Michelle.

Michelle e Pamela potrebbero essere le figlie o le sorelle di tutti noi, ma come sempre passati i primi giorni di indignazione generale poi tutto cade nel dimenticatoio. Colpa di una società veloce che non permette di soffermarsi troppo su quello che succede intorno, altrimenti rischi di rimanere fuori dal mondo.

Viviamo in una società vuota e senza vita, una società affollata da giovani mente vuote, che si muovono come automi e che come ideale hanno l’ultimo IPhone. Una società che non conosce il valore delle cose, ma soprattutto delle persone. La piccola Michelle sembra che sia morta per un debito, un debito forse per droga, ed ecco perché parlo di costo, perché il ragazzino che ha sferrato i 6 fendenti che hanno portato alla morte Michelle ha dato più valore ai soldi che ad una vita umana. Ma analizziamo il comportamento del giovane omicida: ha preso dei sacchi neri e ci ha rinchiuso il corpo di Michelle per poi, aiutandosi con un carrello da supermercato, abbandonarla vicino ad un cassonetto dell’immondizia. Nel frattempo ha avuto la freddezza di rispondere a chi gli chiedeva informazioni, o se volesse aiuto, che i sacchi contenessero del pesce.

Dietro a questi ragazzi annoiati, che vivono la loro vita un po’ come un gioco, nel 90% dei casi c’è un background fatto di droga e di eccessi, nel caso di Pamela c’erano degli spacciatori extracomunitari. L’assassino di Michelle sembra vendesse droga, oltre a provare a fare una carriera da trapper su internet. Come detto la società è corrosa fino all’osso dagli stupefacenti, ed è per questo che si dovrebbe intervenire sui giovani, intervenire in modo serio per far capire che non esiste la “droga leggera”, che la vita umana ha un valore e non un costo e che bisogna avere degli ideali nella vita, e non parlo di ideali politici ma di ideali di vita, quelli che ti danno uno scopo e ti fanno andare avanti.

Basta con la generazione tiktoker, la generazione del tutto facile, la generazione dell’assenza totale di valori personali e di comunità. Abbiamo bisogno di azzerare questa società e farla ripartire, bisogna che le generazioni nate tra gli anni ’60 e ’70 ritrovino quello che hanno assimilato nel tempo e lo trasmettano ai loro figli. Si perché le colpe di questi “ragazzini” annoiati e pericolosi vanno distribuite: società, amici, scuola e ovviamente anche genitori vittime e colpevoli di un mondo che, se non abbandona la corsa sfrenata all’apparire e al benessere, è destinato a distruggersi.

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