di Luigi Cortese
Dopo la “retromarcia su Mosca” di Prigozin, la questione Russo-Ucraina si trova davanti ad un bivio. Il bivio che vede l’Occidente decidere se continuare a finanziare Kiev nella sua personale lotta per il “regime change” del Cremlino.
Pochi giorni fa il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ospite della trasmissione di La7 “Otto e Mezzo” ha asserito che l’Ucraina in questo momento “vuole una guerra di ‘regime change’ “ ed è il motivo perché continua a chiedere a Washington missili a lungo raggio e i caccia F-16.
In questo momento l’Occidente deve decidere dunque se puntare sul crollo del potere di Vladimir Putin, con conseguente perdita di controllo di circa 6000 testate nucleari russe, oppure cercare di chiudere in modo diplomatico il conflitto Russo-Ucraino. Biden si trova praticamente intrappolato dal cosiddetto “dilemma israeliano”. Perché sì, il rapporto tra gli USA e l’Ucraina somiglia molto alla dipendenza che lega Stati Uniti e Stato d’Israele, e che ha permesso a quest’ultimo di instaurare un regime di supremazia etnica che soggioga i palestinesi, paragonabile all’apartheid.
Nella puntata di Otto e Mezzo è andata in onda una vera e propria mistificazione della realtà da parte del ministro Ucraino, che ha persino parlato di una fantomatica libertà linguistica del popolo di etnia russa del Donbass, andando a smentire quello che dice la legge che vieta l’uso del russo nella sfera pubblica, fino a dichiarare che in questa guerra non si gioca a fare compromessi ma a vincere, manco stessimo parlando di una partita di calcio.
Ecco questo è il governo ucraino che l’Occidente continua ad appoggiare e a finanziare: un governo che ha deciso che questa guerra va combattuta da tutti contro il fantomatico “impero russo”. Tanto diverso dallo stesso governo che, a marzo 2022, negoziò l’accordo di pace con Mosca, bloccato poi in extremis dal veto di Londra e Washington. Il trattato s’intitolava “Permanente Neutralità e garanzie di sicurezza per l’Ucraina”, e prevedeva l’inserimento nella costituzione ucraina della neutralità permanente. Non era una resa: si tornava alla neutralità perpetua, costituzionalmente garantita al momento dell’indipendenza nel 1990.
Davanti alle parole di Kuleba ci ritroviamo ancora con la certezza che l’Europa continua a fingere ignoranza sulle vere motivazioni di questa guerra, dovuta dagli allargamenti Nato temuti a Mosca da vent’anni. Il sì dei governi Europei all’ingresso di Kiev nella Nato conferma ancora una volta lo status servile dell’Unione agli Stati Uniti ed alla Nato. Se al vertice di Vilnius del prossimo 11 e 12 luglio, l’Ucraina verrà inserita tra i Paesi Nato cosa potrà accadere? Ci ritroveremo nostro malgrado in una guerra non voluta? Di certo con molta probabilità saremmo fagocitati dall’odio ucraino verso il Cremlino e ci ritroveremo alle porte di un Armageddon nucleare.
se continuano a finanziare Kiev finiremo male, proprio come detto da lei in questo articolo che devo dire essere precisa riproduzione della realtà. nessun media main stream riporta queste verità complimento al coraggio del sig. cortese che dimostra di essere uno con la schiena dritta
certo che se continuiamo a lasciare che gli US mandino come ambascio in cina uno come Kissinger……