di Gloria Callarelli

Accompagnare per mano ogni singolo Comune ad attuare il processo di piena digitalizzazione in atto nel paese, incentivare il mercato dei pagamenti digitali, standardizzare a livello nazionale le modalità elettroniche di pagamento. Sono solo alcuni dei diktat che partono naturalmente dall’Unione Europea, ma che già si sono diffusi ovunque. Il cancro digitale, infatti, è già entrato nella carne dell’Italia tutta. Fino alle sue appendici più profonde. E’ il caso ad esempio del Molise: circa 305 mila abitanti, una città formato Regione. Oltre un quarto degli abitanti supera i 65 anni, è la Regione più anziana d’Italia. Eppure anche in questo territorio incantato pare essere arrivata la macchina globalista della digitalizzazione e della dittatura ecologica.

Centinaia di milioni di euro per dotare anche i comuni più piccoli di tutti i “confort” digitali: SPID e applicazioni sul telefono su tutte per far si che anche un procedimento obbligatorio come la registrazione della residenza possa essere effettuato in via telematica. E poi per realizzare tutte le misure volte a contrastare la cosiddetta crisi climatica: mobilità “dolce” (mah), sistema alimentare rispettoso dell’ambiente, industrie più green. Nulla più sfugge al controllo dell’Agenda 2030 che attanaglia oramai il popolo in tutto e per tutto. Così anche il più anziano abitante del più piccolo borgo molisano, fra non molto, complici disservizi e blackout elettronici, avrà la vita complicata da macchine e aggeggi digitali per ottenere il più semplice dei servizi.

Tutto questo mentre solo pochi mesi fa la Giunta Regionale con deliberazione n.495 del 20 dicembre 2022 aveva “preso atto della Decisione di esecuzione C(2022)8590 del 22 novembre 2022 della Commissione europea che approva il PR Molise FESR FSE+ 2021-2027 per il sostegno a titolo del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo sociale europeo Plus atto a “favore occupazione e crescita” per la regione Molise”. Così, si legge, con una “dotazione finanziaria complessiva di più di 280 milioni di Euro (solo dall’Europa ndr), il PR Molise vuole rispondere a 5 grandi sfide: spingere la produttività delle imprese per una rinnovata competitività e per il lavoro di qualità, collocando a un più elevato livello quali-quantitativo la collaborazione tra gli attori, nel sentiero della transizione giusta del sistema socio-economico al verde e al digitale; porre al centro del disegno politico la protezione dell’ambiente; contribuire alla rottura dell’isolamento territoriale, che frena le opportunità, minacciando la tenuta demografica delle aree e la sopravvivenza degli insediamenti; contrastare le diseguaglianze economiche e sociali, di genere e generazionali e la vulnerabilità delle persone, attraverso l’occupazione, l’istruzione e la formazione, l’inclusione e la protezione sociale; ridurre le disparità sub-territoriali , valorizzando le strategie di sviluppo sostenibile nelle aree urbane e il percorso della Strategia Nazionale per le Aree Interne in quelle marginali”.

Con un sistema che prevede sorveglianza intensiva e controllo verso ogni tipo di operazione legata oggi alla pubblica amministrazione, domani a qualsiasi operazione generica, la speranza di poter godere delle libertà resta in queste politiche un miraggio. Spostarsi in auto, magari quella elettrica comprensiva di scatola nera, o fare la spesa, saranno gesti posti sotto il controllo del Grande Fratello globalista. Così se ci recheremo in un luogo non “approvato” dal sistema magari perchè considerato provocatore di “odio” (pensiamo chessò a qualche riunione politica non in linea con gli standard filogovernativi) potremmo subire come minimo delle penalizzazioni sociali. Il pagamento elettronico e la carta del bravo cittadino (in una certa formula esiste già a Bologna) saranno la cartina tornasole per sapere come spendi i soldi, dove, quanti. E come bloccarti. Non rispetti l’ambiente seguendo la formula della città dei 15 minuti (dove in nome del cambiamento climatico puoi spostarti “ecologicamente” solo nella sua zona) ? Potranno toglierti lo stipendio e i punti: tanto, basta un click. Ah, che bella la tecnologia. Non è fantascienza, è realtà. Guardate in Cina: chi non rispetta le regole del governo viene penalizzato addirittura della paga lavorativa, oltre che essere esposto al pubblico ludibrio con tanto di megaschermi della tanto amata hi tech.

“La Regione Molise intende perseverare nell’azione volta a raggiungere gli obiettivi di trasformazione digitale dei servizi della PA locale, pertanto desidera avere un ruolo strategico per favorire la trasformazione dei servizi affidati ai Comuni”. Si legge in uno dei tanti doc della Regione. Questo è quello che vogliono. Abbiamo preso il Molise come prototipo, grazie alla segnalazione di un lettore, ma ovunque il ritornello è lo stesso. Ogni amministrazione obbedisce all’Europa dei monopattini e delle case green, dove la gente non arriva a fine mese, le famiglie non fanno più figli, il lavoro è quello che è ed il multiculturalismo trasforma i Paesi in polveriere ma l’importante è avere le pale eoliche per produrre “energia pulita”.

Con lo zucchero forse, ma vi diranno sempre le stesse cose: “lo scopo è promuovere e sollecitare interventi mirati di digitalizzazione dei processi e di ammodernamento tecnologico dei Comuni al fine di: diffondere servizi pubblici digitali sempre più a misura di cittadino; incentivare il mercato dei pagamenti digitali verso le Pubbliche Amministrazioni, facilitando la relazione telematica tra le Pubbliche Amministrazioni locali e gli utenti; favorire la trasformazione digitale dei Comuni; valorizzare le infrastrutture Tecnologiche Regionali; standardizzare a livello nazionale le modalità elettroniche di pagamento verso il settore pubblico e i servizi di pubblica utilità, uniformando le user experience e contribuendo alla riduzione del digital divide per le diverse fasce della popolazione di diversa estrazione socio/culturale; uniformare e semplificare le modalità di accesso ai servizi online attraverso lo SPID; incentivare i Comuni ad ottemperare a quanto prescritto dal regolamento eIDAS in tema di accesso ai propri servizi online da parte dei cittadini dell’Unione europea, evitando inoltre di esporsi ad eventuali e procedure di infrazione.

A parte gli anglicismi incomprensibili ai più, figurarsi ad una popolazione anziana, il traguardo è fin troppo evidente. Il fine ultimo del business della dittatura climatica è il progressivo inserimento ramificato del sistema di controllo sociale voluto dal NWO (Nuovo Ordine Mondiale) tramite UE (Unione europea) e sovrastrutture varie. Una schiavitù eco-tecnologica che ci intrappolerà in tutto e per tutto. Dal Friuli al Molise fino alla Sicilia, ovunque. Forse non tutti se ne sono ancora accorti, molti invece stanno entrando nel vortice senza rendersene nemmeno conto. Fare rete, prediligere il compro italiano a km 0 e opporsi politicamente e culturalmente a questa deriva sono le uniche strade per resistere.

 

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