di Mattia Taricco

Finalmente troviamo su Gazzetta d’Alba la notizia: un blitz dei carabinieri e della polizia municipale ha attestato in questi giorni la situazione di estremo degrado in cui versa la stazione ferroviaria. Non solo bivacco, ma anche molestie, risse e spaccio all’ordine del giorno.

Dopo innumerevoli segnalazioni da parte dei cittadini finalmente le forze dell’ordine si sono decise a intervenire, ma il problema non è affatto risolto: probabilmente solamente nella giornata del blitz, per qualche ora, gli albesi sono potuti stare tranquilli a passeggiare nei pressi della stazione.

Una residente ci racconta di grida, frasi volgari e tentativi di molestie da parte di uomini, probabilmente africani, visibilmente alterati da sostanze stupefacenti nel parchetto vicino la stazione. Basta una mezz’ora seduta sul muretto adiacente al parco, una camminata da sola tra gli alberi alla ricerca di un po’ d’ombra, ed ecco presentarsi la stessa scena di sempre. I negozianti della zona raccontano di frequenti risse tra ubriachi che scoppiano per futili motivi e a volte coinvolgono pure ignari passanti. Nemmeno portare a spasso il cane in quella zona è più sicuro, alcuni cittadini addirittura rimpiangono il lockdown poiché perlomeno aveva allontanato certe persone. Ma le segnalazioni non finiscono qui: pusher che nascondono le dosi di droga tra i cespugli e ragazzini che vengono a ritirarle. Tutto ciò, come già specificato, è stato chiaramente appurato durante il blitz delle forze dell’ordine di qualche giorno fa.

I cittadini sono esasperati e l’assessore Barbero pensa a nuove telecamere di sorveglianza, in aggiunta a quelle già esistenti, per risolvere il problema. Ci dispiace contraddirlo, ma le soluzioni democristiane non risolveranno un bel niente. La maggior parte delle persone che bivaccano quotidianamente nel parchetto della stazione non hanno nemmeno i documenti e risultano impossibili da identificare. Perdipiù pure se fossero identificate la giustizia garantista e politicamente corretta a cui siamo abituati non li punirebbe, al limite passerebbero una nottata in caserma per poi tornare al parco tranquillamente il giorno dopo, come se nulla fosse successo. Una riforma della giustizia sarebbe la soluzione? Sicuramente sì, ma non solo, queste sono tematiche ampie e di livello nazionale, di cui trattiamo separatamente. Anche se un presidio fisso della polizia locale, anziché impiegarli a fare multe sulle strisce blu sarebbe indubbiamente da tenere in considerazione.

Molti di questi immigrati che troviamo quotidianamente in quella zona provengono dal centro di accoglienza albese, la “Migrantes Bakhita”, purtroppo gestito dalla diocesi. Abbiamo assistito anche a parecchi video e sentito estimonianze di molestie, atti di vandalismo contro le auto parcheggiate e delinquenza che avvengono nei pressi del centro. Residenti della vicina via Santa Barbara e via Pola ci raccontano di alcuni problemi a cui sono andati incontro turisti, specialmente ragazze, di rientro in albergo durante le ore notturne. Durante il giorno le decine di irregolari presenti nel centro possono bivaccare in giro per la città e trovano come punto di incontro proprio la stazione ferroviaria, lì poi arrivano i “più regolari” pusher di zona, probabilmente loro i documenti li hanno, che forniscono droga e magari trovano loro una “occupazione”.

Non vogliamo dare la colpa di questo degrado a della povera gente finita in un ingranaggio di sfruttamento più grande di loro, ma coloro i quali sfruttano la situazione per poter guadagnare si devono prendere le loro responsabilità di fronte ai cittadini.

La chiusura del centro di accoglienza, l’umano rimpatrio, lo stop al business dei migranti sul territorio e un presidio fisso della polizia locale in stazione queste sono le uniche soluzioni.

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