di Cris Baldelli (foto TheGuardian)

Giugno è finito! Il “fantomatico” mese del pride è finalmente terminato, portandosi via anche le imbarazzanti manifestazioni collegate al “capitalismo arcobaleno”. Ma c’è comunque da fare un bilancio di quanto abbiamo visto. Proprio in questi ultimi giorni si è assistito ad un vero e proprio cortocircuito “globalista”, che probabilmente ha provocato non poche preoccupazioni al mondo “progressista”, che da sempre appoggia qualunque nuova moda capitalistica nasca.

Ebbene i protagonisti di questi cortocircuiti, andati in scena la settimana scorsa, non sono stati spinti dai movimenti conservatori o di destra radicale e non si tratta neanche di qualche estremista cattolico e qualche sigla che lotta contro il gender. Ma bensì dall’atra moda tanto cara ai progressisti, i movimenti ecologisti che, se pur palesemente schierati dallo stesso lato degli organizzatori del pride, non hanno avuto remore ad entrare in contrapposizione con chi sta dietro la “stessa barricata”.

Nella città di Londra, infatti, durante la parata del gay Pride, gli attivisti del gruppo Just Stop Oil (una versione inglese di Ultima Generazione), hanno inscenato un blocco stradale per protestare contro l’organizzazione del corteo che, a detta degli ambientalisti, avevano scelto come sponsor il colosso internazionale “Coca Cola”; infatti l’azione dimostrativa è stata fatta bloccando il carro della multinazionale.

I militanti di Just Stop Oil hanno dichiarato: “Queste partnership mettono in imbarazzo la comunità LGBT, in un momento in cui la gran parte del mondo culturale prende le distanze da queste industrie tossiche” – e ancora – “Le persone appartenenti alla comunità arcobaleno sono quelle che soffrono per prime nel collasso culturale generato dal cambiamento climatico”.

La situazione è a dir poco esilarante. Ma il mondo “progressista”, oltre a propagandare l’uso dell’asterisco oppure le nuove tecnologie verdi, deve fare i conti con la realtà ed aprire finalmente gli occhi sul mondo che li circonda. Da quello che è andato in scena a Londra possiamo dire che agli “ecologisti” poco gli importa “dell’integrazione” e dei “diritti LGBTQ+”, ed al mondo arcobaleno non importa nulla della “giustizia climatica”.

Queste nuove mode non sono altro che la nuova distrazione di massa. Questa specie di “civil war globalista”, andata in scena a Londra, non è altro che il corto circuito del sistema che perde il controllo dei suoi ridicoli soldati che seguono pedestremente gli ordini creando “conflitti interni” al deep state che li protegge

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