di Cris Baldelli

Si può veramente dire che è stata una giornata più che positiva per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che dopo il suo viaggio in Turchia torna a in patria con prigionieri del Battaglione Azov che si erano arresi nell’acciaieria “Azovstal” a Mariupol.

Il presidente turco Erdogan ha deciso – di fatto – di rompere gli accordi presi in precedenza con Vladimir Putin riguardo la prigionia di questi soldati. Tra di loro c’è anche il comandante Denys Prokopenko.

Gli accordi però erano molto diversi tra questi, poiché i russi stessi avevano lasciato alla Turchia la custodia dei militari catturati, a patto che non venissero tratti in libertà fino alla fine della guerra. Accordo che – come si può vedere – non è stato rispettato da Erdogan che ha dato anche il suo “ok” per quanto riguarda l’ingresso dell’Ucraina nella NATO.
Non si è fatta attendere la risposta di Mosca che ha tuonato con il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov: “Il ritorno dei prigionieri dalla Turchia è una violazione diretta dei termini degli accordi esistenti. In questo caso le condizioni sono state violate dalla parte ucraina e dalla parte turca” e specifica “La Russia non è stata informata del trasferimento dei comandanti dell’Azov dalla Turchia”.

Non solo: ancora dalla Turchia nelle ultime ore arriva l’ok anche per l’ingresso della Svezia nella NATO: il via libera probabilmente a seguito di una conclusione positiva per quanto riguarda le richieste di Erdogan sulla vendita di armi ad Ankara piuttosto che di una apertura all’ingresso turco in UE.

Movimenti questi che non fanno certo ben sperare rispetto ad una svolta positiva del conflitto e delle politiche in Europa.

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