di Gloria Callarelli
Il governo ha firmato l’ok alla carriera alias dei professori all’interno della scuola. Un atto pericolosissimo anche per la corretta crescita dei ragazzi oltre che per una questione di giustizia sociale all’interno di un’istituzione che deve preservare i giovani e giovanissimi da ideologie violente e dare i giusti punti di riferimento per la crescita valoriale delle nuove generazioni. Un atto violento, l’ennesimo attacco contro i più fragili, i nostri ragazzi.
“E’ un atto profondamente ideologico e molto grave – esordisce Toni Brandi di ProVita e Famiglia – questa istituzionalizzazione della carriera alias per i professori nelle scuole, sancita dal recente CCNL, firmato dal Governo, ed elogiato dal Ministro Valditara”.
Spiega Brandi del pericoloso deitrofront (l’ennesimo ndr) di questo governo che pare soffrire, aggiungiamo noi, di bipolarismo: “Centinaia di migliaia di genitori hanno votato questa maggioranza per l’impegno preso in campagna elettorale contro l’indottrinamento gender, mentre ora in ambito scolastico l’Esecutivo sta facendo delle aperture che ci saremmo aspettati solo da un Governo di sinistra radicale. Chiediamo l’immediato ritiro di questa norma profondamente ideologica”.
La carriera alias non è altro che l’identità di genere auto-percepita, che fu la ragione principale per l’affossamento del DDL Zan e non ha né fondamento scientifico né fondamento giuridico. Sulla carta, dunque, un provvedimento pericoloso anche perchè troppo ambiguo: “Nel contratto in questione, infatti, si legge che tale identità alias sarà possibile per chi “ha intrapreso il percorso di transizione di genere”. Intrapreso non significa concluso, questo significa che chiunque si percepisca come tale e sia anche solamente all’inizio della transizione di genere possa chiedere e ottenere la Carriera Alias? Inoltre, chi ne farà richiesta avrà diritto ai bagni neutri e a frequentare spogliatoi del sesso auto percepito e al loro nome di “elezione” per spazi comuni e sul cartellino di riconoscimento, nonostante che tale identità auto percepita non varrà per le buste paga, la matricola, gli atti del lavoratore e i provvedimenti disciplinari?”.
E’ il trionfo del caos: “La confusione più totale si abbatterà sulla scuola italiana – racconta il presidente dell’associazione prolife – una scuola che ha ben altri problemi essendo al 36° posto su 57 Paesi dell’OCSE come qualità delle istituzioni e preparazione dei nostri giovani. Come verrà spiegato agli alunni il “nome di elezione” dei propri docenti? Cosa succederà se un collega o alunno si rifiuterà di chiamare con l’alias un insegnante? Sarà passibile di provvedimento disciplinare, sarà tacciato di omotransfobia? Tutto ciò avrà pesanti ricadute sul benessere degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado. Il passo dalla carriera alias per gli insegnanti all’istituzionalizzazione di quella per studenti sarà breve e il Governo Meloni deve urgentemente prendere le misure necessarie per bloccare questa assurdità che sconfessa le promesse elettorali” chiude.