di Luigi Cortese

Giorgia Meloni festeggia il “successo” della conferenza sullo sviluppo e la migrazione tenutasi alla Farnesina ieri pomeriggio. Erano presenti circa una ventina di capi di stato e di governo del Nord Africa e del Golfo, e l’Italia a guida Meloni è riuscita nell’impresa di affidare il controllo dei flussi migratori agli Stati di partenza, tutto questo in cambio di soldi.

A chiarire la questione ci ha pensato il vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, che, in un’intervista al Corriere della Sera, è riuscito persino a riprendere il vecchio slogan del blocco navale dichiarando: “Il blocco navale lo faremo perché sarà la Tunisia a farlo”. Il vice di Tajani ha continuato dicendo: “In Tunisia si impegnano a farlo da soli. Adesso non chiedono aiuto, se non finanziario, ma se dovessero chiedere un aiuto militare noi siamo pronti”. Insomma secondo gli uomini di Giorgia a mantenere le promesse elettorali fatte dal loro partito alla fine del 2022 sarà la Tunisia dietro giusto compenso del governo italiano.

La linea meloniana sugli esteri ripercorre ancora la linea minnitiana: ci ritroviamo ancora una volta a “pagare” un Paese estero per mantenere libere (?) le nostre coste. D’altronde oggi Marco Minniti, ex ministro degli Esteri del governo Gentiloni, è presidente della “Fondazione Med-Or di Leonardo”, e si è accreditato come consigliere della premier sul dossier migratorio. Elementare no?

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