di Luigi Cortese

Giorgia Meloni interviene alla “Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni” con un discorso che fa cadere anche l’ultimo velo di ipocrisia sulle sue posizioni globaliste e immigrazioniste.

Le parole della Meloni sono chiare e di seguito riporto fedelmente una parte del suo discorso: “Combattere le reti di trafficanti ci consente di offrire nuove opportunità di migrazione legale. Dobbiamo interrogarci su come cogliere i frutti positivi delle migrazioni. Italia ed Europa hanno bisogno di immigrazione e per questo non possiamo continuare a dare il segnale che verrà premiato chi entra illegalmente a discapito di chi intende farlo legalmente. Il Governo che presiedo ha già dato un segnale con un Decreto flussi triennale. Si tratta di un modello in cui è fondamentale la collaborazione”.

Ormai la maschera del “sovranismo” è caduta: quel partito politico che continua ad avere una doppia faccia sembra ormai essere venuto allo scoperto, siamo davanti al più grande voltafaccia ideologico che possiamo ricordare, forse ancor più che quello del 1995 a Fiuggi, dove Gianfranco Fini abiurò le sue idee sull’altare del Governo.

Oggi Meloni, La Russa, Rampelli e tutti gli altri ex missini hanno conclamato il tradimento ideologico e culturale. Con le parole di Meloni non si lascia alcun dubbio sull’effettiva volontà del governo di abiurare ogni tipo di velleità nazionalista. Chissà se ancora oggi avranno il coraggio di definirsi patrioti. Non c’è alcunché di patriottico nel Decreto Flussi, nelle parole di Giorgia e negli atti del governo.

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