di Luigi Cortese
Sam Altman, CEO di OpenAI, lunedì ha dato vita ad una nuova criptovaluta, la Worldcoin. Worldcoin non è solo un clone del ben più famoso BitCoin, ma nel suo progetto comprende anche il World ID, che ha la funzione di “passaporto digitale” per confermare l’identità umana del titolare. A detta di Altman questo serve a identificare un essere umano differenziandolo effettivamente da un bot AI.
Il progetto è stato sviluppato da Tools for Humanity, una società con sede sia a San Francisco che a Berlino, e prevede che i clienti che vogliano attivare il World ID debbano sottoporsi ad una scansione dell’iride di persona. Questa scansione avviene utilizzando la “sfera” di Worldcoin, una sfera d’argento delle dimensioni di una palla da bowling. L’operazione di scansione della retina avviene in pochi minuti ed al termine il sistema emette un World ID.
Quello che deve far riflettere è che il creatore di questo “giocattolo” per ricchi è lo stesso delle cosi dette “intelligenze artificiali”. OpenAI è il proprietario di ChatGPT, il chat bot implementato con intelligenza artificiale che ha fatto già discutere tutti i governi per la sua gestione dei dati personali. Ora gli sviluppatori dell’intelligenza artificiale, oltre a controllare i soldi dei loro clienti, provano a controllare anche le loro identità.
Consegnare nelle mani di chi è riuscito a creare un chip, che pretende di poter “pensare”, i propri dati personali ed intimi è veramente senza senso. La scansione dell’iride umano potrebbe in qualche modo creare veri e propri cloni digitali di persone, basta pensare che molti sistemi informatici iniziano ad implementare la scansione dell’iride nelle loro patch di sicurezza. Cosa potrebbe vietare ad un’intelligenza artificiale, dopo aver scansionato l’iride, di poterla replicare con sofisticate apparecchiature di stampa 3D così da poter accedere a tutti i dati della persona? E poi il passaporto digitale: con quale leggerezza si può permettere ad un soggetto privato di diventare “tenutario” dei propri dati? Siamo davanti all’ennesima pazzia dettata dalla volontà di controllo del sistema, che implementa, fuori da esso, tutto quello che poi può tornare utile per i propri scopi.