di Luigi Cortese
Roberto Calderoli riesce, con un colpo da vecchio politico navigato, a capovolgere la situazione che vedeva la Lega sconfitta sul DDL dell’Autonomia Differenziata. La mossa naturalmente spiazza sia i DEM che i 5Stelle: infatti Francesco Boccia (PD) tuona contro il Governo bollando quanto successo come “uno scambio osceno”.
La mossa di Calderoli è consistita nel presentare un ordine del giorno, votato da tutta la maggioranza, alla mozione bocciata che va così a stabilire un “do tu es”, prevedendo così un si della Lega al presidenzialismo in cambio del via libera di Fratelli d’Italia alla riforma autonomista voluta dal Carroccio.
La situazione scalda gli animi all’interno dell’emiciclo: a tuonare contro anche Italia Viva che, tramite Enrico Borghi, ha dichiarato che questo atto è “segno della difficoltà politica della maggioranza”, mentre i 5Stelle, affidatisi alle parole di Alessandra Maiorino, dichiarano: “Hanno certificato nero su bianco il baratto tra il vecchio progetto Spacca-Italia della Lega e le velleità presidenzialiste di Fratelli d’Italia”.
La maggioranza meloniana dimostra di non essere coesa, e tenta di portare a casa quanto più possibile con accordi tra i partiti della maggioranza, tutto questo a discapito degli italiani. Giorgia Meloni continua la sua azione di accreditamento internazionale, forse perché conscia che una volta uscita da palazzo Chigi difficilmente potrà tornarci, visto che il suo programma elettorale è stato finora completamente disatteso. Creare i giusti contatti diventa dunque prodromico al fine di trovare una nuova collocazione per il suo futuro.