di Gloria Callarelli
Messaggi nascosti, messaggi occulti, messaggi satanici. Il simbolismo della cricca globalista, ormai, è ovunque e basta solo voler “vedere” per scoprirlo. Non è escluso (e come potrebbe) nemmeno il mondo Microsoft e la sua interfaccia grafica. Non è la prima volta che la Microsoft dell’ex fondatore Bill Gates apre al satanismo o a iniziative “dubbie”. Ricordate la Abramovich e la sua performance “satanica”?
A dicembre dello scorso anno, ad esempio, in molti avranno notato in basso a sinistra, nella barra ricerca, comparire il simbolo della Menorah. Non è un mistero che gran parte del mondo dei potenti sia di fede ebraica. Mai visto, naturalmente, comparire una croce.
Oggi, 26 luglio 2023, sulla stessa barra in basso a sinistra, appare invece un serpente. Ufficialmente l’omaggio è a Carl Gustav Jung (1875-1961) nato proprio il 26 luglio. Un omaggio, ma guarda un po’, ad uno dei padri del neopaganesimo e del movimento New Age.
Jung, psichiatra, era convinto che ci fossero immagini archetipe o espressioni che esistono nel profondo dell’inconscio delle persone. Chiamò tale regione «inconscio collettivo». Scendendo in profondità nella sua analisi, scopriamo che era convinto dell’esistenza di un dio che unisce Dio e il diavolo. Questa figura prende il nome, per Jung, di Abraxas. Esso sarebbe la forza originaria, che sta prima di ogni distinzione. «Abraxas genera verità e menzogna, bene e male, luce e tenebra, nella stessa parola e nello stesso atto. Perciò Abraxas è terribile». Così si legge nel suo libro Septem Sermones ad Mortuos. Questo connubio, inquietante, tra divino e diabolico, porta all’idea del diavolo in Dio. Una concezione totalmente anticristiana… per non dire satanista. Ma torniamo al serpente. Per Carl Jung è un archetipo della architettura mentale e della psiche e simboleggia la ciclicità o l’eternità, l’unità primordiale. Ancora una volta una concezione che prescinde dal Dio cristiano. Inutile ricordare cosa simboleggia il serpente nella Bibbia: proprio il diavolo. A buon intenditor…
E veniamo, infine, a questo particolare serpente che si morde la coda. Ritorna l’idea di “ciclicità o eternità”. Come dicevamo a livello esoterico/occulto si tratta de l’Uroboro. «L’Uroboro, è l’emblematico Serpente dell‘antico Egitto e della Grecia rappresentato in atto di mordersi la coda, che divora e ricrea continuamente se stesso. Simbolo gnostico e alchemico, l‘Uroboro esprime l’unità di tutte le cose, materiali e spirituali, che non scompaiono mai ma cambiano continuamente forma in un ciclo eterno di distruzione e ricreazione». Per il cristiano non è così: ad esempio dopo la morte non c’è “ricreazione”, non esiste reincarnazione: esiste l’anima che ritorna a Dio. L’uomo non diventa un cane, un gatto o una pianta. Ma muore e la sua anima va nell’aldilà.
Occorrerebbe un libro solo per queste teorie. Ma per semplificare: per un cristiano, la Gnosi, che traspare dalle parole di Jung come di tutti i cultori del New Age e della teosofia, filosofia satanista che ha utilizzato lo stesso simbolo, appare come un cristianesimo rovesciato in cui lucifero prende il posto di Nostro Signore Gesù Cristo. Sarà per questo che, ancora una volta, c’è tutta questa fretta nelle piattaforme globaliste di ricordare il giorno di nascita di uno delle migliaia di pensatori e filosofi della storia. Uno scelto proprio “a caso” insomma che, oltre che da buon padre del New age, guarda un po’, concede l’assist al serpente.