di Mattia Taricco

Negli anni il fare politica in Italia è cambiato: dalla unità dello stato ai giorni nostri si può notare come le masse abbiano stravolto, e cambiato, innumerevoli volte il loro modo di farsi valere. Oggi probabilmente siamo al minimo storico; in effetti parlare di masse, intese come popolo che va verso una direzione, nel 2023 risulta oltremodo anacronistico. Ciò che più ha cambiato il modo di fare politica in Italia è stata probabilmente la scomparsa della militanza, in favore dei cosiddetti “partiti network”. Fino a gran parte degli anni ’90 qualsiasi partito o movimento all’interno dell’arco costituzionale era sostenuto da una base militante. Oggi questo fenomeno è quasi sparito: si vede ancora una militanza solo in quei movimenti oggi ritenuti extraparlamentari.

Il militante ad oggi è una figura scomoda, poco utile quando si tratta di fare il gioco del sistema. Questo perché per propria definizione chi milita è ideologizzato, spende il proprio tempo e le proprie energie in favore di un’idea, tradire questa idea porterebbe inevitabilmente ad una sua diserzione, o peggio, una sua rivolta, un qualcosa di evitabile per i partiti odierni. Il bisogno di dover costantemente affermare un concetto e subito dopo il suo contrario non è compatibile con una schiera di persone che sostengono un’idea.

Tutto questo è iniziato quanto i partiti sono diventati degli incubatori per classe dirigente non pensante, tanti piccoli “mini me” del leader di turno in doppio petto e senza ideali. Prendiamo per esempio la Lega, che è sempre stata un movimento con una forte base militante, ora praticamente è ridotto a Salvini ed al suo entourage. In questo movimento, come in Fratelli d’Italia ed anche nel Partito Democratico, il militante sarebbe solo un fastidio: non permetterebbe al leader di fare il contrario di ciò che veniva professato in campagna elettorale, sarebbe in sostanza più problematico che funzionale. Ciò che appunto è definibile “partito network” lo vediamo in tutti i movimenti politici moderni ed è diventata una caratteristica quasi d’obbligo per qualsiasi partito che vuole diventare parte del sistema.
Il partito moderno fa politica sui social, non portando ideali, ma giocando sull’audience attraverso post “acchiappalike” o tendenze del momento, pronto a cambiare bandiera e programmi il più velocemente possibile quando il padrone lo richiede. Tutti i partiti presenti in Parlamento hanno ormai questa forma.

Solo Fratelli d’Italia ha ancora una parvenza di militanza, fatta per la minima parte da ragazzi che ancora credono in qualcosa, ma questo lo si può definire come fenomeno transitorio fino a quando resisteranno le illusioni. Quando questi ragazzi, che sono ancora guidati da un ideale, si accorgeranno finalmente che non è servito a nulla far salire l’ennesimo movimento di sistema, probabile sparirà anche quella.

Il sistema politico italiano ed europeo, sempre più simili a quello americano, spingeranno sempre più questo tipo di forma politica, escludendo di fatto il popolo da quelle che sono le vere battaglie. Si sa come negli USA tra democratici e repubblicani non esistano grandi differenze ideologiche, ma solo marginali, esattamente ciò cui si sta assistendo oggi nella contrapposizione tra centrodestra e centrosinistra.

Il sassolino che può fare arrestare gli ingranaggi del sistema, oggi più che mai, è il ritorno alla militanza, alla presenza nelle piazze, tra la gente, alla condivisione di battaglie ideologiche. Personalmente vedo la figura del militante politico, per forza di cose presente solo in realtà ostracizzate dal sistema, come quella di un vietcong. Sarebbe controproducente e potrebbe a una sconfitta certa competere con i grandi partiti utilizzando i loro stessi metodi, la competizione frontale porterebbe per forza di cose a un annientamento quasi istantaneo. La censura, la demonizzazione del dissenso e molte altre sono le armi utilizzate per mantenere lo status Quo.

La militanza può avere la meglio per quanto riguarda la battaglia “a lato” giocando su altri terreni, su cui il sistema è scoperto. I volantinaggi, gli striscioni, la presenza tra la gente, le manifestazioni e i presidi possono, oltre che far risvegliare l’animo rivoluzionario del popolo, creare una frattura tra ciò che viene detto e ciò che è. Disincantare, risvegliare, riportare orgoglio tra le masse, per poi poter combattere per una visione del mondo. L’uomo è dai suoi albori una creatura spirituale e politica, che lotta per l’interesse della sua comunità. Sebbene questa sua caratteristica innata sia oggi sotto morfina, magari latente e nascosta, essa c’è.

Dunque poter risvegliare dal sonno i popoli d’Europa non è un qualcosa di impossibile, ma dovrà farlo, per forza di cose, un movimento rivoluzionario e militante. Un giovane d’oggi, che sceglierà la lotta attiva rispetto al divano e a tik tok , sentirà in sé una energia e una forza vitale che mai aveva sentito prima, questo perché sta risvegliando in se stesso, quella che è la sua vera natura.

Share via
Copy link
Powered by Social Snap