di Gloria Callarelli

C’è poco da festeggiare per l’ok alla Camera dell’utero in affitto reato universale. Se infatti apparentemente la notizia sembra essere di quelle positive, il fatto che gli italiani all’estero vengano perseguiti se vanno a mettere in atto la pratica della cosiddetta maternità surrogata all’estero, è sfuggito invece ai più l’approvazione dell’ordine del giorno Carfagna.

L’odg recita così:

“Premesso che:

la Corte costituzionale nella sentenza 33/2021 ha affermato che «il possibile ricorso all’adozione in casi particolari di cui all’articolo 44, comma 1, lettera d), della legge 4 maggio 1983, n. 184 (Diritto del minore ad una famiglia) […] costituisce una forma di tutela degli interessi del minore certo significativa, ma ancora non del tutto adeguata al metro dei principi costituzionali e sovranazionali» in quanto «non attribuisce la genitorialità all’adottante. Inoltre è ancora controverso se anche l’adozione in casi particolari consenta di stabilire vincoli di parentela tra il bambino e coloro che appaiono socialmente, e lui stesso percepisce, come i propri nonni, zii, ovvero addirittura fratelli e sorelle, nel caso in cui l’adottante abbia già altri figli propri. Essa richiede inoltre, per il suo perfezionamento, il necessario assenso del genitore “biologico”, che potrebbe non essere prestato in situazioni di sopravvenuta crisi della coppia, nelle quali il bambino finisce per essere così definitivamente privato del rapporto giuridico con la persona che ha sin dall’inizio condiviso il progetto genitoriale, e si è di fatto presa cura di lui sin dal momento della nascita»;

sempre la Corte afferma che «al fine di assicurare al minore nato da maternità surrogata la tutela giuridica richiesta dai principi convenzionali e costituzionali […] attraverso l’adozione, essa dovrebbe dunque essere disciplinata in modo più aderente alle peculiarità della situazione in esame, che è in effetti assai distante da quelle che il legislatore ha inteso regolare per mezzo dell’articolo 44, comma 1, lettera d), della legge n. 184 del 1983»;

inoltre l’adozione in casi particolari richiede un lungo e complesso iter processuale e decisionale, durante il quale il minore viene esposto a un periodo di incertezza giuridica sulla propria condizione personale; inoltre si tratta di un procedimento che presuppone che sia il genitore ad assumere l’iniziativa, che ai fini della costituzione dello status, non compete mai all’adottando;

è sempre la Corte a ricordare «il compito di adeguare il diritto vigente alle esigenze di tutela degli interessi dei bambini nati da maternità surrogata – nel contesto del difficile bilanciamento tra la legittima finalità di disincentivare il ricorso a questa pratica, e l’imprescindibile necessità di assicurare il rispetto dei diritti dei minori, nei termini sopra precisati – non può che spettare, in prima battuta, al legislatore, al quale deve essere riconosciuto un significativo margine di manovra nell’individuare una soluzione che si faccia carico di tutti i diritti e i principi in gioco»,

impegna il Governo

ad adottare iniziative normative volte a riformare la legge 4 maggio 1983, n. 184 al fine di rendere più semplici e rapide le procedure per assicurare al minore la tutela giuridica richiesta dai principi convenzionali e costituzionali. 9/887-A/17. (Testo modificato nel corso della seduta) Carfagna, Bonetti, Richetti, Del Barba, Enrico Costa, Gadda, Sottanelli, Benzoni, Bonifazi, Boschi, Castiglione, D’Alessio, De Monte, Faraone, Grippo, Gruppioni, Marattin, Pastorella, Rosato, Ruffino, Tenerini, Patriarca, Marrocco, Dalla Chiesa”.

A presentare l’odg Carfagna è stata l’onorevole Bonetti (firmataria) di Italia Viva- Azione- Renew Europe, con queste parole: “È un ordine del giorno che impegna il Governo alla riforma della legge che regola le adozioni nei casi di tutela dei figli anche di coppie omogenitoriali, con il riconoscimento del genitore di intenzione e con la piena tutela di quei diritti dei bambini che tanto sono stati oggi citati nel dibattito dell’Aula. Credo e auspico che possano trovare una ricomposizione le posizioni polarizzate, troppo polarizzate, che in questo dibattito purtroppo abbiamo visto. Tra l’altro, è presente in Aula la Ministra Roccella, che si era fatta carico anche di un’assunzione di responsabilità. Noi, come parte dell’opposizione, siamo a disposizione per lavorare. Un nostro collega, l’onorevole Rosato, ha presentato un testo che prevede una riforma. Facciamola e facciamola insieme, in quel dialogo necessario che mette in prevalenza i diritti delle bambine e dei bambini che sempre dovrebbero guidare qualsiasi nostra decisione, da prendere nel loro primario interesse”. La stessa Carfagna sui social ha sottolineato l’importanza della questione.

Quindi: a fronte dell’approvazione alla Camera (ora tocca al Senato) di un’iniziativa che va a solo a completare una legge già vigente, resta da capire se il prezzo da pagare per questo passaggio sia effettivamente “lo scambio” di favori. Della serie: noi facciamo passare questa legge voi fate passare la questione adozioni. Praticamente il rischio è di far rientrare la pratica dalla finestra con in più l’aggravante di sdoganare le adozioni alle coppie omosessuali. Altro che esultare: nei prossimi mesi c’è solo da guardarsi le spalle.

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