di Simone D’Aurelio

C’è un sottile filo rosso che collega i maggiori eventi culturali nel nostro Paese, ovvero quello di essere dominati mediaticamente dal pensiero unico che si espande e mette sotto assedio tutte le nostre città. Se la mia affermazione può sembrare una pura ucronia pessimistica, senza paura posso mostrare che questa presa di posizione è circoscritta in modo serio nel reale.

Fino a poco tempo fa il mondo dei benpensanti era condensato solo all’interno delle istituzioni e della nostra tv; oggi invece li ritroviamo davvero ovunque: non bastano gli influencer, e le nuove pubblicità regresso, e neanche le carriere alias. Un ulteriore passo è stato fatto di recente con la colonizzazione culturale dei maggiori eventi che ci sono in Italia. Cito ad esempio Sanremo (che ormai è il riferimento dei radical da molti anni) sempre più politicizzato e super-allineato. Ma quest’anno la sorpresa vera è anche il Salone del Libro, dove non può esistere nessun saggio dissidente e nessuna visione alternativa all’interno degli eventi, per capirlo basta vedere cosa è successo alla ministra Roccella, e alla durissima censura subita.

Il prius ontologico di questo conglomerato ormai non può tollerare altro che se stesso, pena la perdita di validità di fronte a qualunque cultura decente con delle minime basi filosofiche, metafisiche e teologiche. La conferma di tutto questo in fondo è arrivata nei giorni scorsi vedendo lo show di Giorgia Vasaperna (“eroina” per i pennivendoli) che, durante il Giffoni, altro festival culturale, afferma di soffrire di eco-ansia schierandosi dalla solita parte che sostiene la solita narrazione cosmopolita, oikofobica, pantoclasta, scientista, materialista, teofobica e astorica.

Ogni riflettore diventa utile ormai per politicizzare e dare forza all’ordine apolide di Bruxelles: da Bassetti sul red carpet, che è il simbolo della sierologia, a Zelensky che doveva andare a Sanremo e che poi ha fatto solo una visita istituzionale, passando per i Maneskin che trionfano all’Eurofestival sponsorizzando l’Ucraina, senza dimenticare le apparizioni di Mattarella allineate con qualunque tema (dall’eterno antifascismo in assenza di fascismo, fino alla totale concordanza con ogni tema euroinomane).

Qualsiasi nuova “emergenza” è ormai presa d’assalto in tutti gli eventi di rilievo che diventano un momento politico per spiegare ai sudditi qual è la rotta, e che la direzione è una sola. Di fronte a noi abbiamo una weltanschauung, che si inserisce in ogni spazio possibile. La totale impotenza italiana è pari al suo degrado, e mentre i giornali controllati dai migliori sofisti decantano “Onlyfans”, precarietà e vaccinazioni alla luce del mattino (entro le 16), dall’altro lato la voce polisemantica viene rilegata in un angolo. In fondo, non c’è da stupirsi, il vantaggio di tutto questo è che il mondo oggi viene filtrato solo con le lenti dei miserabili giornalisti prezzolati dall’elitè, che ci dicono ogni giorno qual è la nuova “emergenza” , di cosa bisogna parlare, chi sono i nemici (oggi i no-clima), e qual è l’unica soluzione possibile che viene data costantemente dai tecnici e dalla “scienza”.

Non serve pensare, non serve fare paragoni storici, non c’è bisogno di riflettere su ciò che è successo pochi mesi fa, non c’è bisogno di un’analisi, non è mai utile seguire i soldi e i conflitti di interesse: quello che serve è solo annuire e sottomettersi sempre e comunque, perchè in fondo viviamo nel migliore dei mondi e il coro è unico su priorità, emergenze, pensieri e azioni da perseguire. E’ interessante vedere che lo show dei radical chic è in grado di farti vivere nel Matrix, descrivendo cos’è il mondo, cosa bisogna fare, quali sono le vie della giustizia e del vero, dicendoti
anche chi sei, e a cosa devi appassionarti (e prossimamente anche cosa mangiare e quanto respirare). Un dominio e una colonizzazione spietata che non risparmia più nulla dell’essere umano e che non ci lascia più nulla di reale: dall’esaltazione degli influencer con vita da selfie, all’elogio verso la prostituzione virtuale di Onlyfans, dalla medicina fatta di lontani protocolli e omologazione, all’economia sovranazionale concepita in modo astratto ed euroinomane.

Questi narrazioni, frutto di uno spirito mercenario, ci indicano chi sono i nemici dei nostri padri, del popolo, dell’aristocrazia e anche della nostra felicità.

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