di Gloria Callarelli
“Il cambiamento climatico ha fatto sì che alcune di queste zanzare, il cui raggio d’azione geografico si sposta più a nord e più a sud, mettano i Paesi a rischio di malattie che non avevano mai affrontato prima”. La dott.ssa Maria Van Kerckhove, intervenuta ad un convegno dell’OMS, parla chiaramente delle malattie che le zanzare stanno portando nel mondo, per effetto della proprietà transitiva del clima. Zika, febbre gialla, dengue, infatti, sarebbero il risultato dello spostamento degli insetti dovuto al cambiamento climatico e questo prevede l’importanza di un’azione di risposta e di prevenzione che comprende “strumenti medici, terapeutici e vaccini, a seconda dell’agente patogeno. Negli ultimi anni i Paesi si sono impegnati moltissimo per costruire questi sistemi e per rafforzarli contro il Covid. Ma sono applicabili anche ad altre malattie.” Più vaccino per tutti dunque. A causa naturalmente del cambiamento climatico.
La dottoressa parla di migrazioni “più a Nord e più a Sud”. Praticamente ovunque. Un messaggio allo stesso tempo mirato e complessivo che giustifica l’impegno a costruire sistemi terapeutici e vaccinali globali, dunque, che ha tutta l’aria di essere il vero punto del discorso.
E veniamo ora alla questione zanzare. Da anni è in atto un programma di “studio” e di ricerca sulle zanzare che passa anche dal piano di modificazione genetica degli stessi insetti voluto dalla Bill e Melinda Gates Foundation nel tentativo di controllare la popolazione femminile di questo tipo di specie e impedire la riproduzione della Aedes aegypti, la cosiddetta zanzara della febbre gialla appunto, introducendo una specie geneticamente modificata che, una volta riprodottasi con esemplari esistenti in natura, darebbe vita a prole sterile.
Esperimenti sono stati condotti in Brasile, California e Florida, dove sono state rilasciate milioni e milioni di esemplari OGM. L’azienda che ha messo in atto l’esperimento è la Oxitec, finanziata da Bill Gates. Non sempre è andata come si sperava. Anzi. Immediatamente, nel caso del deludente risultato in Brasile, ci si è affrettati a contraddire la letteratura scientifica apparsa su Nature confermando come l’esperimento abbia eliminato il “95% della zanzara killer”.
In realtà pare il gioco delle tre carte. Immissione di miliardi di esemplari nella speranza che nascano miliardi di esemplari che non riescono a riprodursi. Ok. Ammesso che le percenutali di successo riportate siano comunque vere e non “gonfiate”, già il 5% di esemplari autoctoni rimasti che si riproduce va a moltiplicarsi con gli esemplari immessi in eccesso. Non conoscendo, per giunta, le conseguenze dovute a una tale modifica genetica nell’insetto e le conseguenze sulla catena alimentare. Se, invece, come detto in una prima fase in Brasile, l’esperimento va storto, avete già compreso le implicazioni: miliardi di zanzare in più (anche pericolosamente infettive). Un esperimento a cielo aperto, per giunta.
Un guru del campo, figura che ha avuto ampio spazio ai tempi del Covid, è il Prof. Andrea Crisanti, il quale informa che il gene doublesex, gene che definisce il sesso, “è presente in tutti gli insetti e quindi questa tecnologia può essere utilizzata non solo per (sterilizzare) le zanzare ma per tutti gli insetti che trasmettono malattie o che sono dannosi per l’agricoltura”. Potenzialmente, forse, non solo per gli insetti. E di qui la vera quaestio etica per quelli che potrebbero essere gli scenari futuri. Un processo, quello da lui utilizzato del “gene drive”, che dispone anche, da rilevare, di un antidoto.
Interessante notare anche come, afferma Crisanti, “eravamo impegnati in Burkina Faso e in Mali e ci sono stati gravi rivolgimenti politici che a volte hanno messo in pericolo il nostro staff sul campo e in alcuni casi siamo stati costretti e rivedere i nostri progetti. Alcune delle regioni che in questo momento ci sembrano più idonee sono l’Uganda e il Kenya, sperando che questi paesi possano assicurare una certa stabilità politica perché in operazioni come queste, in cui occorre trovare uno staff che sia disposto a recarsi sul posto per diverso tempo, ci sono anche problemi di sicurezza che non sono sempre facili da gestire”. Burkina Faso e Mali sono due dei Paesi che si stanno ribellando al colonialismo occidentale, anche sanitario. Facile che gli scienziati siano stati… cacciati.
Per concludere: ogni scusa è buona per proporre vaccini. E ogni scusa è buona per parlare di cambiamento climatico ed effetti del cambiamento climatico. Anche la proliferazione di zanzare e malattie derivate da esse. Un paravento, quello del clima, che ormai fa acqua da tutte le parti. Piuttosto: chi può escludere, invece, che questi effetti non siano piuttosto prodotti dall’uomo e dalla sua mania di credersi Dio?
VIDEO CON LE DICHIARAZIONI DELLA DOTTORESSA: