di Gloria Callarelli (foto: congedatifolgore.com)

E’ l’uomo del momento ed è finito nel tritacarne mediatico solo perchè ha voluto dire la verità: non siamo tutti etnicamente uguali, la normalità è la famiglia composta da uomo e donna, l’agenda 2030 del green a tutti i costi arrecherà più danni che altro. Oggi toccare le lobby LGBT o il pensiero unico mondialista può costare molto caro. E lui, il generale Roberto Vannacci, autore del libro autoprodotto “Il mondo al contrario”, lo sa molto bene. Un curriculum militare infinito alle sue spalle (comandante del 9º Reggimento d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin”, comandante della Brigata Paracadutisti “Folgore” e comandante del contingente italiano nella Guerra civile in Iraq… solo per citare qualcosa), ma oggi viene destituito dall’incarico di guida dell’Istituto geografico militare di Firenze solo per un libro. Un libro coraggioso e, non poteva essere altrimenti, ormai record di vendite. Perchè oggi, come direbbe Geroge Orwell, “nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario”. Tra i mille impegni personali, e nel pieno della tempesta mediatica, il generale si è dimostrato molto disponibile e ha tenuto a rilasciarci un’intervista esclusiva che parla del suo libro ma anche della guerra in Ucraina, di vaccini, di libertà di espressione e… di un (im)probabile impegno in politica.

Generale, grazie mille per la disponibilità innazitutto. Andiamo subito al dunque: secondo Lei quale passaggio del Suo libro ha suscitato più di ogni altro clamore e la Sua conseguente destituzione dall’incarico e perché?

Sono in realtà un po’ tutti quei passaggi citati nel famoso articolo di Repubblica dal giornalista Pucciarelli e che sono stati totalmente decontestualizzati da quella che era una narrazione, secondo il mio parere, abbastanza logica. Se una persona si fosse preso la briga di leggerla nella sua integralità si sarebbe accorto che non vi è alcuna volontà di offendere o ledere la dignità di nessuno. Aggiungo un’altra cosa: anche quelle frasi tolte dal contesto, anche risultassero estremamente antipatiche e forti, non sono né lesive nè offensive. Pensiamo alla famosa frase che più ha creato indignazione: “cari omosessuali, normali non lo siete”. Per quanto possa sembrare antipatica, inusuale e forte, il fatto di essere fuori dai canoni della normalità non credo che si configuri come un’offesa. Almeno fintanto che noi crediamo nella libertà di espressione.

E’ frutto questo di pressioni di lobby?

Io non so se chiamarle lobby. E’ però inevitabile e indubbio che esistano gruppi di pressione non solo nel campo dell’omosessualità ma in tutti i campi e settori sociali e umani che tengono a demolire il concetto di normalità.

La misura di destituzione dall’incarico Le sembra eccessiva?

Ma guardi non parlerò di queste misure, delle quali risponderò nelle sedi opportune. Quello che mi sembra eccessivo, piuttosto, è la tempesta mediatica che l’uscita di questo libro ha generato. Non mi sarei mai immaginato di diventare il caso dell’anno…o del mese di agosto. Sicuramente ho usato espressioni forti che potevano suscitare delle discussioni ma secondo me in un clima più pacato, di normalità, che invece, ripetiamo, tutte queste persone vogliono distruggere.

Nel suo ambiente quanto sono condivise queste idee?

Quando parlo delle forze armate, e in particolare nella mia famiglia per scelta, il 9º Reggimento d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin”, dico sempre che non abbiamo un genoma diverso, rappresentiamo solo una fetta della società. Nella società che conosco e frequento, che non è solo quella militare, percepisco un certo grado di condivisione. Posso dirLe che il libro è estremamente divisivo, o piace o non piace. Non mi azzardo a dare percentuali, perchè non ho gli strumenti per farlo, ma Le posso dire che sto ricevendo tantissime note di apprezzamento.

Si può parlare ancora di libertà di opinione di Italia?

Io mi auguro di sì, lo spero. Soprattutto perchè è un diritto costituzionale che nessuno può toccare e che dobbiamo difendere con le unghie e con i denti. Purtroppo però la mia speranza è tradita da una realtà dove persone anche molto in vista, questo non lo vorrebbero e Le porto un caso specifico che La prego di riportare in modo integrale. Il giornalista Andrea Scanzi ha recentemente pubblicato un video che se non sbaglio si chiama “Il generale Vannacci è stato destituito, le mie considerazioni”. Parla descrivendo la mia carriera, dicendo la persona che sono, non dico in che modo mi descriva, vedrete il video. Ma la cosa che a me ha lasciato veramente basito è stata però questa sua espressione, che ho trascritto rapidamente, e non se la prenda Scanzi se mancano le virgole. Lui dice: “Determinate persone dicono cose irricevibili e poi dicono che la Costituzione gli consente la libertà di espressione” e prosegue: “Non è vero!”. Quindi asserisce che non è d’accordo con la Costituzione e procede: “La libertà di informazione e di pensiero cessa nel momento in cui vìola la realtà, la verità, la legge e la libertà altrui. Se dici le cose che ha detto Vannacci, sei oltre la legge”. Quindi secondo Scanzi, che reputa evidentemente l’articolo 21 della Costituzione un articolo da non rispettare, una persona che pensa qualcosa che non è previsto per legge non la può esprimere. Secondo lui, chi può giudicare se le cose che vengono dette sono ricevibili? Scanzi? Oppure come diceva Orwell ci vorrebbe il Ministero della Verità che prima che qualcuno possa esprimersi giudica se quello che uno ha pensato possa essere effettivamente detto agli altri? Allora questo è quello che pensa questo giornalista. Andate a vedere il video: se noi stiamo a sentire quello che dice lui sicuramente arriveremo in una società pericolosissima dove la libertà di espressione sarà solo un’utopia. Stiamo andando in questa direzione: questo è il politicamente corretto. Insomma ci sono persone che dicono cose assurde: rapite dagli alieni, scie chimiche, terra piatta… ma mica le hanno rinchiuse in un manicomio o tappato la bocca. Le faccio un altro esempio: se qualcuno ritiene che la legge sulla legittima difesa debba essere modificata, secondo il suo ragionamento, non si può esprimere perchè affermerebbe concetti che l’attuale legge non prevede. La legge può regolare le azioni ma non i pensieri e le opinioni, almeno sino adesso! Lui si sente in diritto di censurare qualsiasi persona che possa dire una cosa del genere.

Usciamo un attimo dal contesto del libro. In quanto generale non posso che chiederLe: cosa pensa della guerra in Ucraina? Cosa ne pensa del coinvolgimento italiano?

Io dico che la guerra in Ucraina, come pure tutte le guerre, è una tragedia incredibile che non mi sarei mai aspettato di dover vivere. Ma non rilascio dichiarazioni sul coinvolgimento dell’Italia. Tra l’altro io ne sono direttamente coinvolto perchè ho svolto fino a pochi mesi fa l’incarico di addetto per la difesa presso la Federazione russa. Ma dico che come tutte le guerre è una tragedia immensa: nel 2023 è impensabile che ci sia una guerra in Europa a 2mila km da casa nostra con centinaia di migliaia di morti. Come tutti i cittadini e come tutte le persone di buonsenso mi auguro che questa guerra finisca presto.

Lei ha fatto riferimento nel libro all’immigrazione. Con questo governo stiamo toccando il record di flussi. Che ne pensa?

Io ritengo che i flussi si possano regolare, ci sono dei sistemi; non è che la migrazione possa essere intesa come una fatalità alla quale dobbiamo allargare le braccia e arrenderci. La soluzione del problema è complessa ma dobbiamo perseguirla perchè è impensabile che l’Europa raccolga tutti i disperati del mondo e potrebbe essere necessaria la revisione di una normativa che evidentemente al momento non consente di regolare efficacemente questi flussi. Le leggi, le normative sono strumenti e non fini, se non sono più idonee a raggiuungere gli obiettivi che si prefiggono vanno cambiate.

Attualità. Cosa ne pensa dell’Agenda 2030 che va dalla transizione digitale ed ecologica fino alla obbligatorietà dei vaccini?

Sulla obbligatorietà vaccinale non mi pronuncio, non avendo competenza in materia: certo possono esserci situazioni in cui i vaccini possono essere obbligatori. Diciamo che i vaccini hanno salvato l’umanità da epidemie quali il vaiolo o la tubercolosi che hanno mietuto migliaia di vittime. Laddove è possibile, da amante della libertà dico che bisognerebbe sempre lasciare la possibilità di scelta laddove soprattutto non configuri un pericolo per qualcun altro; ma, laddove una persona è in grado di intendere e di volere, qualora la sua scelta implichi conseguenze solo su sè stesso, dovrebbe essere libero di scegliere. Sulla transizione ecologica porto dei dati: solo il 15-16% dell’energia prodotta al mondo è derivata da energie green. Come è possibile riuscire in pochi anni ad amplificare questo sistema? E’ impossibile. E’ molto più semplice adattarsi ai cambiamenti climatici cercando altre soluzioni. Vedi gli arbusti di una certa struttura inseriti forzatamente in città: con le alluvioni può essere pericolosa una piantumazione eccessiva. La stessa cosa dicasi per l’importanza degli invasi in periodi in cui cadono ingenti quantitativi di acqua.

In passato, parlo di 80-90 anni fa, la politica prevedeva questo sistema, queste politiche di cura del territorio molto lontane dalle ideologie di oggi.

Pensi che per la recente legge europea della Nature Restoration Law noi dovremmo distruggere questi sistemi e, per esempio, abbattere le dighe per consentire il libero passaggio a trote, salmoni e lamprede. Questi sono i controsensi degli ecologisti ideologici.

Ultima domanda. Proprio ieri la provocazione di Forza Nuova di presentarsi con loro alle suppletive di Monza. Che ne pensa di un futuro in politica?

Io faccio il soldato che è quello che ho sempre voluto fare. Lo faccio da quando avevo 17 anni. Per ora non ho ancora pensato ad alternative ma ringrazio chiunque abbia pensato ad una cosa del genere perchè vuol dire che in qualche maniera mi stanno dando fiducia. Ringrazio tutti coloro che mi danno fiducia.

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