di Luigi Cortese

La riunione dei BRICS ha sancito, sempre se ce ne fosse bisogno, che Putin non è affatto isolato anzi l’allargamento ad altri 6 paesi (Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Emirati Arabi e Arabia Saudita) ha segnato il più importante evento della geopolitica futura. Oggi il BRICS vale un terzo del PIL mondiale, e conta il 46% della popolazione mondiale.

Il BRICS, nato nel 2009, cresce così rapidamente da destare non pochi problemi all’Occidente a guida americana. Oltre agli attuali Paesi hanno fatto richiesta di entrare anche: Algeria, Bangladesh, Bahrein, Bielorussia, Bolivia, Venezuela, Vietnam, Honduras, Indonesia, Kazakistan, Cuba, Kuwait, Nigeria, Palestina, Senegal, Thailandia.

Adesso non si può che tirare le giuste conclusioni. Partiamo dallo scoppio del conflitto Russia-Ucraina: l’Unione Europea aveva “assicurato” l’isolamento della Russia e che nessun Paese del mondo avrebbe avuto a che fare con Putin. Il mandato di arresto del presidente da parte della Corte Penale Internazionale è stato utilizzato per rafforzare questa idea malsana ed infine la barzelletta della Cina che abbandonava la Russia. Oggi il mainstream deve fare i conti con la realtà. Putin non è affatto debole ed isolato, anzi l’allargamento dei BRICS dimostrano che molti Paesi hanno deciso di avere a che fare con lui ed il suo Paese.

I BRICS sono ormai una realtà che non si può più snobbare e questo potrebbe essere un vantaggio perché finalmente c’è un’alternativa alla spocchia americana ed alla loro moneta. Ma i Paesi occidentali sono pronti ad abbandonare Washington? Ai posteri l’ardua sentenza.

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