di Mattia Taricco

Dopo mesi di martellante propaganda e demonizzazione di chi chiedeva la pace con la Russia, alla luce del numero sempre maggiore di sconfitte, sta forse iniziando a farsi strada all’interno della Nato l’idea di porre fine al conflitto.
Le ragioni sono di semplice buonsenso e logica, avendo capito pure i più irriducibili guerrafondai che si tratta ormai di combattere contro i mulini a vento.

Non che i vertici Nato abbiano mai creduto che l’Ucraina potesse vincere, l’intento di sacrificare questa nazione sull’altare dell’usura è stato chiaro fin dall’ inizio, ma la guerra non può più nemmeno continuare a lungo. Le perdite umane sono incalcolabili, il sostegno della popolazione sempre minore (vedasi gli ultimi scandali sulla corruzione) e le ultime richieste di mobilitazione ai cittadini hanno riscosso un successo pari a zero. Al contrario, la Russia non ha alcun problema a continuare la guerra pure sul lungo periodo, essendo uno stato sovrano e slegato dalla garrota atlantica, le sanzioni non hanno sortito alcun effetto sulla sua economia, anzi, si sono rivelate un boomerang per le economie occidentali. Nemmeno la macchina propagandistica volta a demonizzare Putin ha sortito effetti poiché, come si evince dalla recente esperienza dei BRICS, la Russia non è stata mai così ben vista sullo scenario internazionale.

La NATO attualmente dal punto di vista strategico è davanti a un bivio: o ridurre drasticamente l’invio di armamenti a Kiev o l’intervento diretto sul terreno, essendo incapace di continuare ancora a lungo a sostenere l’invio di armamenti senza creare enormi voragini economiche nel proprio bilancio. Inoltre se la Nato scegliesse di portare avanti la politica di belligeranza questo porterebbe inevitabilmente a una escalation nucleare, ma anche se così non fosse comunque non avrebbe i mezzi per poter fronteggiare la Russia anche e soprattutto a livello di perdite umane, come è accaduto appunto col popolo ucraino.

Una serie infinita di clamorosi errori strategici e una politica criminale di genocidio ai danni di un popolo: l’unica cosa che resta da fare alla Nato è cercare di salvare la faccia vestendo ora i panni del paciere. Occorre specificare, però, che attualmente stiamo parlando solo di rumors, poiché proposte concrete di pace alla Russia non sono ancora state avanzate. La Russia fin da subito ha cercato di evitare in ogni modo la guerra, invitando l’Occidente a negoziati che tenessero in conto le reciproche esigenze di sicurezza e, anche ultimamente, si è dichiarata disponibile a negoziati di pace. Dopo il crollo dell’URSS gli USA hanno attuato una politica espansionistica aggressiva in Europa tramite la NATO per poter circondare, indebolire e soggiogare lo stato russo, per poterne depredare le ricchezze e piegarla come sono piegati gli stati dell’Europa Occidentale sotto dominio americano.

Dopo aver lanciato la pietra si nasconde la mano, atteggiamento tipico a cui noi membri dell’UE siamo tristemente abituati. Assisteremo quindi a una NATO che rinnega il suo amato Zelensky facendo finta di essere portatrice di pace e facendo propaganda inversa senza vergogna? Probabilmente sì.

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