di Luigi Cortese

I recenti colpi di stato nelle ex colonie francesi, e la reazione di Parigi ad essi, indicano il crollo dell’influenza del colonialismo della “Francafrique“. Ex inviati, giornalisti e analisti, citati dall’Associated Press, l’agenzia stampa internazionale con sede negli USA, sono tutti concordi.

La scorsa settimana, il presidente Emmanuel Macron ha lamentato “un’epidemia di putsch” nella regione del Sahel in un discorso ai diplomatici francesi dopo che il Gabon è diventato l’ultima ex colonia a vedere un intervento militare.

“Ai vecchi tempi della ‘Françafrique’, questo non sarebbe successo e, se fosse successo, sarebbe stato rapidamente invertito”, ha detto Peter Pham, ex inviato degli Stati Uniti per la regione africana del Sahel, a proposito della “risposta in sordina” della Francia.

La Francia, che per anni ha goduto dell’economia delle sue vecchie colonie, oggi si trova in forte difficoltà, In Gabon, dove è stato destituito un suo uomo e Parigi, oltre a deboli dichiarazioni il Governo francese non ha nemmeno provato a organizzare un intervento militare, anche se nel paese sono presenti centinaia di truppe. A certificare questo contemporaneamente sia una crisi in seno all’Europa, fiaccata da una politica estera suicida, sia che l’era della Francia “gendarme dell’Africa” è finita in un misero “cul-de-sac”. In ogni caso, senza ombra di dubbio, un misero fallimento.

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