di Luigi Cortese

Il Governo Meloni ha appena licenziato altri due decreti, il Decreto Sud ed il Decreto Caivano, che molti hanno già ribattezzato come decreto “ciao ciao spending review” e decreto “arrestiamoli tutti”.

Quasi ad un anno esatto dall’insediamento del Governo, la Meloni riesce a doppiare quello che fu il discusso Decreto Rave: oggi con il Decreto Caivano il Governo ha conclamato il fatto che lavora seguendo le notizie di cronaca e di riflesso emettendo atti che vanno a colpire la pancia del paese cercando così soluzioni facili e veloci come decreti che promettono più carcere per tutti, anche per i minorenni dai 14 anni in su.

Infatti questo decreto nasce dalla cronaca di queste settimane, che, tra Palermo e Napoli, ha un fattore comune: giovanissimi che delinquono, uccidono e stuprano. Certo non voglio assolutamente nascondere che la situazione è grave, e che nelle periferie delle grandi città ormai si respira area di Bronx. Ma non è certo con le manette e con l’esercito che si recupera una zona: la riqualificazione di un quartiere o di una città parte dalla base, dalla scuola e dalle famiglie, certo non è incarcerando dei 14enni che si risolve il problema. Quello che manca nei 14 articoli del decreto Caivano è la “cultura”: si parla solo di repressione e questo potrebbe portare ad avere l’effetto contrario a quello desiderato.

Passando al Decreto Sud, qui ci troviamo davanti ad un’operazione alquanto raffinata: un decreto che sembra cucito su misura per il Ministro Fitto e le sue deleghe. Nei suoi 22 articoli si prevede che il ministro avrà la possibilità di assumere 2200 persone per rafforzare la struttura amministrativa sia del territorio ma soprattutto “del Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio”. Sembrerebbe un’ottima cosa: ma come farà la Meloni a spiegare questo se nei giorni scorsi lei stessa ha chiesto ai suoi ministri di tagliare le spese per fare cassa e trovare i soldi per la legge di bilancio?

Questo governo sta dimostrando la sua incapacità e, cosa ancor peggiore, sta dimostrando che la Meloni non controlla i suoi ministri, favorendo quelli che appartengono al suo partito e chiedendo sacrifici agli altri della maggioranza. Probabilmente dopo le elezioni europee assisteremo ad una crisi di governo.

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