Redazione (fonte ProVita e Famiglia)
Migliaia di persone si sono riunite mercoledì scorso, nelle città di tutto il Canada, per protestare e far sentire la propria voce contro l’ideologia gender nelle scuole. In particolare tantissimi giovani e gli stessi studenti, che hanno protestato contro il mondo in cui le scuole insegnano la sessualità e l’identità di genere e su come gli insegnanti si riferiscono ai giovani transgender.
I manifestanti, infatti, hanno accusato le scuole di esporre i giovani studenti all’“ideologia di genere” e hanno affermato che i genitori hanno il diritto di sapere se i loro figli mettono in dubbio la loro identità.
Alcuni “contro-manifestanti”, nel frattempo, li hanno accusati ingiustamente e in modo tendenzioso di importare nel Canada una non meglio precisata e fantomatica “guerra culturale” così starebbe già avvenendo degli Stati Uniti. «Le persone trans esistono nella società e meritano di essere incluse, proprio come tutti gli altri» ha detto l’attivista Celeste Trianon, che ha condotto la contro-protesta nel centro di Montreal, dove la polizia si è inserita tra i due cortei. A dare man forte alle istanze gender ci ha pensato il primo ministro Justin Trudeau, noto per le sue posizioni a favore delle lobby Lgbtqia+: «La transfobia, l’omofobia e la bifobia non hanno posto in questo paese. Condanniamo fermamente questo odio e le sue manifestazioni e siamo uniti a sostegno dei canadesi 2SLGBTQI+ in tutto il paese».
Peccato però che i contro manifestanti e lo stesso premier Trudeau non abbiano capito – o forse non abbiano voluto capire – che le migliaia di persone nelle strade delle città del Canada stessero manifestando a favore di un diritto sacrosanto di famiglie, genitori e studenti, ovvero quello della libertà educativa e del rispetto di una sana crescita psico fisica di bambini e adolescenti.
Questo forse per Trudeau e per la comunità Lgbt non vale? Per loro è forse giusto imporre ai più piccoli e ai giovani una visione fluida della sessualità e far passare il messaggio che si può tranquillamente cambiare identità e corpo con la transizione di genere in qualsiasi momento? Evidentemente sì. E non a caso è lo stesso, enorme, pericolo che corre anche l’Italia, proprio con i progetti gender nelle scuole e l’istituzione di quella pratica illegale e pericolosa che è la Carriera Alias.
Dunque ben vengano le proteste di migliaia e migliaia di persone in Canada, sperando passando essere uno stimolo anche per l’Europa e l’Italia a fare altrettanto e a non abbassare mai la guardia per il bene dell’educazione e delle crescita dei più piccoli.