di Roberto Fiore
L’Europa, al cui centro oramai abbiamo il duo Von der Leyen-Meloni, non sa come comportarsi rispetto ad alcune realtà nazionali.
Se Bruxelles ha trovato una linea comune e di compromesso almeno per salvare la faccia con Polonia e Ungheria, infatti, non trova accomodamento di sorta con due stati centrali, sia geograficamente che politicamente: la Serbia e la Bielorussia.
A Minsk ho potuto notare una serie di elementi sconosciuti ai più. Lukashenko è considerato padre della Patria perché la Bielorussia, conosciuta anche come Russia Bianca, si forma con lui e lui nel tempo la mantiene indipendente anche se in forte collegamento con la Russia. Lukashenko, all’apice della crisi Covid, rifiuta il trattamento voluto dall’Oms “stile Italia”: non chiude, continua il campionato di calcio e respinge sia malattia che vaccini con il risultato finale di pochissimi morti. La Bielorussia è un Paese moderno, etnicamente omogeneo, all’avanguardia nel settore High tech, che regge tranquillamente il peso delle sanzioni.
Lo Stato ed il popolo sono per il no alla guerra, confinano con Russia ed Ucraina e mantengono un ruolo di “Pace operativa” che si concretizzò già con l’accordo di Minsk. Anche nell’affare Prigozin si evidenzia la volontà da parte della Bielorussia di evitare uno scontro interno russo: è noto che la Wagner oggi risiede, come testa dell’organizzazione, oltre che per parte delle sue truppe, proprio in territorio bielorusso.
Un territorio che vanta la presenza di ONG anti ONU e filo Presidente, che difendono la famiglia e lottano contro l’aborto. Va ricordato che la nazione Bielorussia è in grande maggioranza ortodossa ma ha una forte minoranza, attorno al 15 per cento, cattolica. Gli ortodossi hanno un centro spirituale importante dove sorgono 5 chiese, un ospedale per bambini con handicap e ospedali psichiatrici. Del mondo ortodosso è palpabile la crescita di influenza, mentre nel mondo cattolico è presente e vivace la comunità tradizionalista.
L’alleanza del mondo cattolico con quello ortodosso è tangibile soprattutto nella difesa della vita: la propaganda pro Life è visibile mentre inesistente è quella LGBT. Lukashenko è un supporter dell’evoluzione Cristiana della società Bielorussia. Debole o inesistente è la presenza del Deep State che è invece ancora forte e pericoloso a Mosca.
Terreni e denaro vengono dati alle famiglie nel momento in cui nascono figli e forte è l’attenzione della Stato all’educazione corretta, anche se non totalmente cristiana. Gli aborti diminuiscono ma ci sono, i tassi demografici sono più alti dell’Italia ma ancora bassi, con un divorzio finisce la maggioranza dei matrimoni. La Bielorussia non si può definire una società cristiana ma ha i titoli per divenire the “land of the freedom” rispetto alla dittatura sanitaria e punto di riferimento verso quel mondo generatosi il 9 Ottobre in opposizione a governi media e case farmaceutiche.
Bielorussia e Serbia devono divenire due Nazioni libere dalla Nato e operativamente anti Bruxelles. Sarà compito dei movimenti patriottici europei imbastire la prima azione giudiziaria contro la NATO con il contributo di legali bielorussi e serbi, e di creare quegli strumenti di studio e di operatività politica con questi due stati ponendo le prime basi per un Europa Cristiana e Sovrana dove vige la Pace fra i popoli.