di Luigi Cortese
Sabato 7 ottobre, dopo poco meno di 5 mesi, si è messa la parola fine alla tregua tra Palestina ed Israele. Questa mattina sono stati lanciati un numero non ancora precisato di razzi dalla Striscia di Gaza verso Israele.
I lanci, provenienti da diverse località della Striscia di Gaza, sono cominciati prima delle 6.30 e sono proseguiti per quasi quarantacinque minuti. In Israele le sirene di allarme hanno suonato in diverse città. Secondo quanto dichiarato dall’esercito israeliano “un numero imprecisato di terroristi” si sarebbe infiltrato nel territorio israeliano dalla Striscia di Gaza.
Non si è fatta attendere la rivendicazione da parte del comandante delle Brigate Ezzedube al-Qassam braccio armato di Hamas, Mohammad Deif, che ha dichiarato: “Abbiamo deciso di porre fine a tutti i crimini dell’occupazione e da questa mattina sono stati lanciati più di cinquemila razzi”.
La risposta dell’esercito israeliano è arrivata a metà mattinata, quando sono stati lanciati una serie di attacchi aerei sulla Striscia di Gaza. Mentre le truppe sarebbero impegnate in combattimenti a terra in “diversi luoghi intorno alla Striscia di Gaza” contro combattenti che si sarebbero infiltrati in territorio israeliano “utilizzando parapendii” via mare e via terra. Lo afferma un portavoce dell’esercito.
Molti sono convinti che Hamas sia una creazione dei servizi segreti Israeliani, e forse è proprio il governo Israeliano a trarre i maggiori vantaggi da questo “improvviso attacco”.
Israele era in prima linea per quanto riguarda la vaccinazione anti-covid e gli effetti devastanti sono oggi sotto gli occhi di tutti.
Ricordiamo che la componente più ortodossa ebrea era contraria alle inoculazioni, ed oggi in Israele la situazione dell’ordine pubblico potrebbe essere critica, quale miglior modo per ricompattare il tessuto sociale interno?