di Luca Castellini

Incredibile che nessuno ci faccia neppure caso…ma per chi si è messo gli occhiali come in “Essi vivono”, è semplicemente inquietante constatare come la propaganda mediatica unidirezionale si permetta di essere, oltre che completamente incoerente ed ipocrita, anche totalmente avulsa dalla realtà, fino a diventare perfino paradossale.

Tutto si muove all’interno di un ben rodato linguaggio verso il quale la maggioranza del popolo sembra assuefatto, un linguaggio sperimentato con la pandemia e affinato con la guerra, un linguaggio che concerta al raggiungimento di un fine che resta quello di rappresentare uno status quo che possa essere solo e soltanto funzionale, anzi direi complementare, a quel sistema per i quale i media di regime nazionali ed internazionali essenzialmente lavorano, dove il concetto di “informazione” è diventato come il classico titolo di un articolo che risulta essere completamente diverso dal testo sottostante; diverso appunto dalla realtà. Paradossale è il corto circuito mediatico occidentale secondo il quale in una guerra (Russia-Ucraina) ci dicono di stare dalla parte dei finti oppressi, mentre nell’altra (Israele-Palestina) ci dicono di stare da quella dei sicuri oppressori; ed è distopica la manifestazione di questo paradosso quando la vediamo proprio sulla facciata del palazzo che ospita il Governo di uno Stato.

In barba ad ogni informazione reale, sia nel primo che nel secondo caso, i media occidentali mostrano il torto come fosse ragione, gli oppressi come fossero gli oppressori o gli oppressori come fossero oppressi, simulando una realtà completamente contraria all’evoluzione storica dei fatti e senza neppur la minima remora. Tutto il contrario di tutto senza vergogna come a dire: “Tanto il popolo beve tutto ciò che esce dai nostri canali ufficiali…se lo scrive il giornale x o lo si sente sul telegiornale y, per la gente sarà incontestabile e assoluta verità”.

Questo succede quando l’etichetta di oppresso ed oppressore è meramente funzionale a chi ci tiene in catene attraverso governi che rispondono a diktat politici extranazionali, diktat che poi diventano verità come per magia, come in un vero e proprio Ministero della Verità dove si cambia retroattivamente il passato per far valere una diversa (o opposta) ragione nel presente; diktat che poi ci vengono vomitati addosso a scalare, false informazioni alle quali tutti poi si attengono anche grazie al fatto che sono le uniche o comunque ne rappresentano la totale maggioranza; diktat che magari poi noi stessi (come ultimi anelli della catena) raccontiamo ai nostri figli la sera a cena.

Ecco perché oggi più che mai resta doveroso informarsi su canali fuori e lontani da quelli di regime, per la dignità di un’informazione il più possibile imparziale, ma soprattutto per la nostra dignità di esseri umani che pensano ancora con la propria testa e non ridotti a bersagli per freccette, dove le freccette sono semplici bugie (quando va bene) o nei casi più gravi, come il coinvolgimento in una guerra, rappresentano totali ribaltamenti dei ruoli e della realtà.

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