di Mattia Taricco (foto: Edifici distrutti nella Striscia di Gaza. © 2023 UNRWA Foto di Mohammed Hinnawi)

L’enorme megafono propagandistico strilla ovunque quella che deve essere la verità universale: “Tutti con Israele!”. Chiunque abbia dei dubbi o osi contraddire… che venga indagato. Il riferimento va al nostro ministro Valditara che ha ordinato l’identificazione dei manifestanti pro Palestina; in Francia, invece, tutte le manifestazioni di questo genere sono state vietate e i partecipanti multati, come accaduto a Marsiglia pochi giorni fa.

Quasi tutti i monumenti dell’Europa Occidentale hanno proiettata la bandiera israeliana, tutti i giornali e telegiornali, tutti gli attori, i musicisti, il mondo dello spettacolo in genere si è schierato e parla a senso unico: l’unica democrazia del Medio Oriente, come la definiscono loro, va difesa e sostenuta a tutti i costi e in maniera acritica. I principali quotidiani italiani da vari giorni presentano prime pagine dai titoli più che chiari: “Vedrete morire gli ostaggi”, “La strage degli innocenti” e altri titoloni sensazionalistici per plasmare l’opinione pubblica.

Ma siamo proprio sicuri che non ci siano falle nella narrazione del sistema? Siamo retorici, è vero, ma la realtà dei fatti è quasi sempre completamente il contrario di ciò che viene raccontato. Esattamente come in 1984 di Orwell, tutti i giornali e gli organi di informazione all’unisono gridano ciò che è esclusivamente funzionale al sistema, e in questo caso ai suoi finanziatori. Nel mondo della controinformazione si può trovare parecchio materiale e parecchie notizie che a una prima occhiata possono far sembrare Hamas un agnellino a confronto della brutalità israeliana. Parliamo di vari gruppi telegram che attingono da fonti del posto, di canali nascosti sui social principali o più in generale di internet e tutte le sue parti non soggette alla censura di Zuckerberg.

Dopo l’attacco di Hamas la reazione dell’esercito israeliano è stata senza precedenti. Gaza è praticamente rasa al suolo, le immagini della città dopo i bombardamenti israeliani fanno venire i brividi. Nelle ultime 48 ore sono stati uccisi come rappresaglia dall’esercito israeliano bambini e donne. Si continuano a gettare grosse quantità di cemento nei pozzi dei palestinesi per poter assetare la popolazione e braccando la popolazione. Ogni bomba israeliana è in grado di demolire un intero condominio senza difficoltà, ed è inoltre documentato già da anni l’utilizzo di esplosivi al fosforo bianco, espressamente vietati dalle convenzioni internazionali. Pare che ora si voglia pure vietare a civili, donne e bambini palestinesi di poter fuggire dalle zone di guerra, chiudendo un passaggio verso l’Egitto, già stato bombardato.

Su alcuni canali telegram verificati quali “Reality of War” o Columbus informazione” si possono trovare video e foto di campi di prigionia israeliani in cui i prigionieri palestinesi vengono denudati e bendati nel fango, senza cibo né acqua, percossi quotidianamente e torturati nelle maniere più barbare.

Più che una semplice lotta contro il terrorismo, come viene dipinta, i metodi utilizzati paiono quelli di un regime che intende mantenere il controllo del territorio a ogni costo e soffocare nel sangue qualsiasi forma di ribellione.

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