di Luigi Cortese

Una delle maggiori novità della manovra economica a firma Meloni è la revisione delle aliquote Irpef, passando dalle attuali 4 a 3, tutto tramite l’accorpamento dei primi due scaglioni di reddito, con l’applicazione del 23% fino a 28 mila euro di reddito lordo annuo. Ma chi veramente guadagna da questo?

La Legge di Bilancio, approvata con il Consiglio dei Ministri del 16 ottobre e presentata dal Governo Meloni, “dovrebbe” portare fino a 260 euro in più all’anno nelle buste paga e nelle pensioni di chi guadagna tra 28 e 50 mila euro lordi. Mentre non si annovera nessun aumento per i redditi più alti, ma solo perché la riduzione delle imposte viene assorbita dal taglio delle detrazioni, ed infine per chi guadagna meno di 15 mila Euro l’anno non è previsto neanche 100 euro di aumento. Qui vogliamo fare due conti sulle dichiarazioni della Premier e dei suoi Ministri.

Le nuove aliquote

La nuova Irpef, a firma Meloni, è rimodulata su 3 aliquote, con riduzioni delle percentuali che hanno importanti effetti sui redditi. Nella tabella seguente le modifiche.

Quanto si risparmia?

Preciso che la manovra non è ancora approvata, e che quindi questi calcoli potrebbero essere errati dopo l’approvazione. Ma tenendo conto di quanto previsto dal CDM, la riduzione dell’aliquota al 23% per i redditi compresi tra i 15 mila e i 28 mila euro lordi annui, che attualmente vengono tassati al 25% comporta:

  • Nessuna variazione per chi guadagna fino a 15 mila euro
  • Una riduzione di imposta variabile tra 0 e 260 euro per chi guadagna tra i 15 mila e i 28 mila euro;
  • una riduzione di imposte pari a 260 euro annui per i redditi che superano i 28 mila euro.

Detto questo, dobbiamo tenere conto che la riduzione reale delle imposte dipende molto dalle detrazioni da lavoro: infatti, gli importi indicati vengono ridotti o aumentati grazie alle detrazioni da lavoro. Su questo fronte il Governo non ha introdotto modifiche rispetto al 2023, se non quella di ampliare la no tax area, incidendo quindi sui redditi fino a 15 mila euro.
L’innalzamento della no tax area a 8.500 euro per i lavoratori dipendenti comporta, di conseguenza, la riduzione delle imposte solo per la fascia di reddito lordo fino a 15 mila euro. Portando in estrema sintesi una riduzione di imposta per i redditi bassi di 75 euro all’anno. Mentre i pensionati non dovrebbero vedere altre modifiche se non quelle introdotte dalla riforma delle aliquote, infatti, già attualmente è prevista una no tax area di 8.500 euro.

Il Governo Meloni con questa manovra ha fissato a 50 mila euro il limite di reddito per cui ottenere delle riduzioni di imposta. In pratica, a chi guadagna più di 2.750 euro netti al mese non viene riconosciuto nessuno sconto. In poche parole, oltre questa soglia di reddito, la modifica delle aliquote comporta un guadagno di 260 euro all’anno, ma attenzione: nel momento della presentazione della dichiarazione dei redditi, se si hanno spese da recuperare tramite le detrazioni, si troverà una franchigia di 260 euro. In pratica, chi guadagna oltre i 50 mila euro e non ha nessuna spesa da inserire nel 730 si terrà in tasca i 260 euro, per tutti gli altri, oltre al danno, c’è la beffa.

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