di Luigi Cortese
Martedì a Pechino, durante il terzo forum sulla Via della Seta, Orban e Putin in favore di telecamere si sono stretti la mano: un gesto semplice che però ha suscitato non poche reazioni tra i leader occidentali. Ieri mattina la questione è stata persino discussa alla riunione settimanale dei 27 ambasciatori dei paesi dell’UE. Certo c’è da segnalare il fatto che dall’inizio del conflitto Russo-Ucraino è la prima volte che un leader europeo incontri Vladimir Putin, ormai evitato da chiunque e con un mandato di cattura internazionale sulle spalle. Le reazioni sono partite dal premier estone, Kaia Kallas (seguito poi da altri) che ha affermato: “Si è trattata di un’immagine molto, molto sgradevole: come si fa a stringere la mano ad un criminale?”.
L’allarme principale non è tanto il simbolico incontro, ma che Bruxelles sta preparando due fondi per l’Ucraina, sia per il sostegno economico che per quello militare, ed essendo decisioni che necessitano dell’unanimità la paura che Orban possa essere il granello di sabbia che inceppa tutto il macchinario c’è, e quel granello potrebbe anche inceppare l’iter per l’adesione di Kiev all’Unione Europea.
Concludendo: i burocrati europei oggi non hanno più la certezza di poter soddisfare i voleri di Washington, perché qualcuno finalmente ha capito che Putin è meglio tenerlo come amico anzichè come nemico.