di Redazione
Anche nel grembo materno, a poche settimane di vita, i nostri cuori battono ritmicamente e il sangue scorre attraverso i nostri piccoli corpi ancora in via di sviluppo. E se qualcuno ci fa fisicamente dal male, ebbene sì, sentiamo dolore.
Per anni il credo comune è stato “no”, non prima della nascita. Con l’avanzare delle osservazioni scientifiche e mediche, la risposta si è trasformata in “sì”, ma non prima della fine della gestazione (dopo 24 settimane) e solo con lo sviluppo della corteccia (lo strato più esterno e pensante del cervello).
La scienza, però, ha continuato a progredire, soprattutto nella conoscenza di come e quando i nervi e altri tessuti si formano mentre cresciamo e ci sviluppiamo nel grembo materno. Ma purtroppo molti hanno chiuso un occhio davanti alla scienza, preferendo un’interpretazione cieca e ideologica che si adattava alla narrazione desiderata sullo stato del feto nel grembo materno.
Oggi, però, il titolo – e il contenuto – di un articolo accademico ribalta tutto: “Riconsiderare il dolore fetale”, è il lavoro di due professionisti medici di grande reputazione, Stuart Derbyshire e John C. Bockmann. L’articolo è una revisione onesta e obiettiva della letteratura scientifica in quanto si riferisce alla questione se e quando un bambino ancora nel grembo materno possa provare dolore. Osservando nuovamente le prove scientifiche con occhi imparziali, la risposta degli autori è stata “sì”, forse già dopo 12 settimane, e certamente dopo 18 settimane.
Dunque una nuova e importante scoperta – anzi, conferma – del fatto che un essere umano è già tale nel grembo materno e fin da subito. E per questo ogni tentativo di abortirlo è nient’altro che l’omicidio di un innocente.
Fonte: Lifenews