di Luigi Cortese

Finiscono agli arresti domiciliari la moglie Liliane Murekatete e la suocera Marie Therese Mukamatsindo del parlamentare Aboubakar Soumahoro. La decisione da parte del Giudice per le Indagini Preliminari di Latina per l’inchiesta sulla gestione delle cooperative per i migranti. Le misure cautelari sono state notificate dalla Guardia di Finanza.

Le contestazioni della procura di Latina riguardano illeciti nella gestione dei migranti, frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale e autoriciclaggio. In particolare le cooperative Karibu e Consorzio Agenzia per l’inclusione e i diritti d’Italia, oltre alla Jambo Africa (per il tramite della Karibu), avrebbero percepito ingenti fondi pubblici da prefettura, Regione e Comuni destinati a progetti di assistenza, fornendo servizi che la Guardia di Finanza definisce “inadeguati e difformi a quello pattuito”.

La procura contesta il sovrannumero di ospiti, alloggi fatiscenti con arredamento inadeguato, condizioni igieniche carenti e riscaldamento assente. Oltre alle carenza di acqua calda e alla scarsa qualità della conservazione e qualità del cibo. Situazioni che avrebbero generato ingenti risparmi di spesa che le indagate avrebbero poi utilizzato per spese personali (alberghi, ristoranti, abbigliamento di lusso, accessori, gioielli ecc.).

Le indagini sui flussi di danaro avrebbero portato alla scoperta di ingenti somme trasferite all’estero (Ruanda, Belgio e Portogallo) dove venivano reinvestite in attività imprenditoriali.

L’ordinanza del GIP prevede anche l’obbligo di dimora per il cognato di Soumahoro ed il sequestro preventivo di quanto hanno incassato in questi anni. Ricordiamo che Soumahoro non risulta indagato in questa vicenda, e che per la mancata solidarietà del suo gruppo aveva aderito al Gruppo Misto. A seguito dell’ordinanza ha rilasciato la seguente dichiarazione all’agenzia ANSA: “Prendo atto della misura applicata a mia moglie Liliane, null’altro ho da aggiungere o commentare, se non che continuo a confidare nella giustizia. Ribadisco, come è agli atti, la mia totale estraneità a tutto e chiedo nuovamente di rispettare la privacy di mio figlio“.

Dato per accertato che sono tutti innocenti fino al terzo grado di giudizio, resta però una situazione di opportunità: ed è quella delle dimissioni di Soumahoro da Deputato della Repubblica, carica che ricopre grazie anche alla sua fama di “difensore” degli ultimi: fama, alla luce di quanto emerge dalle indagini, forse non esattamente meritata.

Share via
Copy link
Powered by Social Snap