di Maria Federico

Più di un anno fa la commissione europea ha approvato una risoluzione che permette di revisionare i trattati dell’UE. Le modifiche che volevano introdurre cambieranno radicalmente l’unione europea, sottraendo sempre più margine di autonomia e sovranità agli stati imponendo il piano d’azione dei diritti sociali; diverse politiche woke, riassunte in 20 pilastri, che serviranno per diffondere assistenzialismo, discriminazione verso gli uomini in nome dell’uguaglianza di genere mirate però a favorire le donne in ambito lavorativo imponendo alle aziende di avere almeno il 40% di donne nel settore non esecutivo e il 33% nei direttori esecutivo.

Sono previsti sistemi di welfare speciali per le donne e il combattere solo la violenza verso le donne, perché quella contro gli uomini va bene. Inoltre, nel nuovo piano è presente anche retorica antirazzista volta a discriminare i bianchi, e si chiede di imporre delle leggi per favorire l’assunzione lavorativa di non-bianchi, combattere il “razzismo strutturale”, che non esiste, modificare gli algoritmi delle AI in modo  che favoriscano i non-bianchi e censurare la controinformazione sui social tramite il digital services act. Non può mancare, assieme alla tirannia femminista e antirazzista, pure quella gender. Nel piano d’azione è prevista rieducazione all’ideologia gender per i sanitari, impedire la critica, anche online, all’ideologia gender fatta passare per “discriminazione”, rinforzando la protezione legale della casta LGBT con leggi ad hoc. Inoltre si propone di abolire il potere di veto, eliminare l’unanimità e richiedere solo il voto di maggioranza qualificata per applicare sanzioni ad altri Paesi e dichiarare le emergenze.

Questo delirio, secondo chi l’ha proposto, dovrebbe rendere l’Europa più forte. In realtà, altro non è che l’ennesimo passo della marcia funebre del suicidio dell’Occidente, visto che in nome delle “minoranze” si sta distruggendo ogni forma di meritocrazia e di libertà di parola. Le modifiche che vogliono apportare ai trattati, naturalmente, sono perfettamente compatibili, tanto da formarne il “naturale” completamento, dell’agenda 2030.

Share via
Copy link
Powered by Social Snap